Vaiolo delle scimmie: ecco chi è più a rischio contagio

A fronte dell’ondata di vaiolo delle scimmie, sono state individuate le circostanze che maggiormente favoriscono il contagio. Vediamo quali

vaiolo delle scimmie
Vaiolo delle scimmie (Foto Pixabay)

Dal 2020, anno che ha dato il via all’emergenza sanitaria in Italia da Covid-19, anche i non esperti hanno potuto riscontrare che il virus, per la sua stessa sopravvivenza, ha assunto una forma che permette – rispetto alla prima fase della crisi sanitaria – la convivenza, meglio se affiancata protezione del vaccino e dalle molteplici abitudini di igiene acquisite. L’attenzione e la cautela nelle condizioni in cui ci imbattiamo restano comunque alte.

Dopo il lungo picco della curva dei contagi dovuto a una carica virale che non tendeva a diminuire, l’attuale processo di normalizzazione ha lasciato aperte ancora molte questioni di carattere scientifico e organizzativo. Di fatto, le società, soprattutto quelle del mondo occidentalizzato, sono geneticamente esposte come non mai alla trasmissione delle malattie che prima di passare all’essere umano, mietono vittime nel mondo animale.

Vaiolo delle scimmie, in quali circostanze si rischia il contagio?

vaiolo delle scimmie
Vaiolo delle scimmie (Foto Pixabay)

Quello della trasmissione animale è un tema da sempre al centro del dibattito sulle epidemie virali perché è in quel contesto che il virus si rafforza prima del grande salto qualitativo all’essere umano. L’esperienza appena acquisita è posta di fronte ad una nuova emergenza: il cosiddetto vaiolo delle scimmie, la malattia virale che porta negli esseri umani febbre ed eruzioni cutanee ma che al momento presenta un’evoluzione favorevole.

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Sta di fatto, però, che il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha messo in guardia sulla possibilità di questo virus a favorire l’insorgere di malattie più gravi a bambini piccoli, donne in gravidanza e persone immunosoppresse. E oggi ci troviamo in una condizione in cui è ancora difficile stabilire il livello di mortalità del nuovo arrivato.

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L’ECDC consiglia di “astenersi dall’attività sessuale e da uno stretto contatto fisico fino alla guarigione del rash cutaneo“. È nel contatto stretto, infatti, che si è individuata la più alta diffusione del virus. Intanto, a fronte del centinaio di casi rilevati in Europa, il Belgio ha reintrodotto per i contagiati la quarantena obbligatoria di 21 giorni. Al momento, i segnali d’allarme sono dati da sintomi come febbre, mal di testa, stanchezza, linfonodi ingrossati vicino alla sede delle lesioni, le quali, dal viso, si estendono al corpo passando anche per i genitali.

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