Tari, Green book 2022 sui rifiuti: perché al Sud si paga di più

Se vivete in un comune che si trova nel Centro Italia o nel Sud Italia pagate quasi sicuramente una Tari, ovvero la Tassa sui Rifiuti, più alta rispetto a chi vive in un comune del Nord Italia: dal Green Book 2022 sulla gestione dei rifiuti in Italia arriva una conferma del perché

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Perchè la Tari non è uguale in tutta Italia? (foto Unsplash)

Il nuovo Green Book edizione 2022 raccoglie tutti i dati sulla gestione dei rifiuti urbani nel territorio italiano. Si tratta di una pubblicazione curata da Utilitatis con il contributo di Ispra e nelle tre sezioni esamina non solo i risultati ottenuti dagli operatori o le spese sostenute dalle utenze ma anche gli aspetti legati alla governance locale e al contesto normativo di riferimento, che è poi la cornice in cui si muove tutta la raccolta dei rifiuti nel nostro Paese.

Nel report si fa principalmente riferimento a quella famosa economia circolare che deve riuscire in qualche modo a contrastare e cambiare segno alle stime fate già dalle Nazioni Unite secondo cui arrivati al 2050 consumeremo risorse pari a 3 volte il pianeta Terra. Per questo motivo, l’Unione Europea ha dato agli Stati membri tempo proprio fino a questa data per riuscire a mettere su un sistema economico e sociale che sia al 100% circolare. Economia circolare significa sostanzialmente ridurre l’utilizzo di materie prime vergini per la produzione e quindi una efficientazione e un aumento della raccolta differenziata.

Parlando di raccolta differenziata, in generale il nostro Paese riesce a superare la media europea attestandosi intorno a 50%. Positivi sono anche i risultati relativi al conferimento in discarica che in Italia viaggia sul 20% dei rifiuti contro una media europea che è del 23%. Ma nonostante queste performance positive, l’Italia deve ovviamente fare di più dato che gli obiettivi dell’Unione Europea di cui parlavamo prima impongono di raggiungere il 65% di riciclo effettivo e di arrivare ad avere solo il 10% di rifiuti urbani conferiti in discarica.

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Per fare tutto ciò occorre però che gli impianti che gestiscono i rifiuti siano sufficienti. I dati registrati dal Green Book mostrano invece come “in Italia, le regioni centro meridionali presentano ancora un deficit impiantistico importante, che non consente la chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti“.

Ed è in realtà proprio questo deficit impiantistico che fa sì che nei comuni del Centro e del Sud in media si spendono tra 50 e 70 euro in più per la Tari rispetto ai comuni del Nord: “Il deficit impiantistico contribuisce al differenziale di spesa per il servizio di igiene urbana tra le varie macroaree del Paese, a causa del maggiore costo sostenuto per il trasporto dei rifiuti verso impianti fuori regione: difatti nel 2020 la TARI al Sud ha raggiunto mediamente un costo di 359 euro, al Centro di 334 euro e al Nord di 282 euro“.

Riuscire ad attuare e rendere concreti alcuni degli obiettivi fissati dal PNRR che riguardano il cosiddetto service divide avrebbe quindi anche effetti positivi economici per le famiglie che si troverebbero così a pagare una Tari inferiore, non dovendo più coprire economicamente i costi aggiuntivi legati al trasporto dei rifiuti fuori regione per mancanza di impianti. Diventa chiaro però che per avere più impianti occorrerà necessariamente uscire dalla logica del NIMBY, not in my backyard.

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