Crisi climatica: i governi promettono, l’ISDE dà le risposte

La Commissione Ambiente della Camera dei Deputati ha ricevuto l’ISDE per ascoltare le osservazioni dell’associazione sulle modifiche necessarie al PTE

crisi climatica
(unsplash)

E’ in corso la COP26. E’ terminato il G20. Abbiamo tutti ascoltato le dichiarazioni lastricate di buone intenzioni dei governi internazionali, ed i vertici politici del pianeta hanno raggiunto un accordo: non si deve superare la temperatura di 1,5° dalle medie del 1900 (obiettivo peraltro già identificato dagli accordi di Parigi del 2015). Ma non è ancora chiaro in che modo. Tante parole che rischiano di rimanere vuote se non si riempiono di interventi immediati.

L’ISDE (Associazione di medici per lo sviluppo ambientale) ha le risposte, e le ha presentate alla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati. 

“Sia a livello internazionale che nazionale c’è una netta discrasia tra le conoscenze scientifiche disponibili, le dichiarazioni relative alla necessità di un cambiamento radicale, e gli impegni in grado di attuarlo. Il cambiamento urgente di cui abbiamo bisogno non si attua per politiche additive ma per politiche sostitutive delle pratiche e degli incentivi errati di oggi. Occorrono strategie più incisive nel Piano per la transizione ecologica (PTE)”.

Queste sono le premesse che il comitato scientifico di ISDE ha portato alle istituzioni, sottolineando come gli impegni presi dai governi internazionali siano insufficienti a raggiungere gli obiettivi prefissati. Quindi non solo le manifestazioni di piazza e le varie Greta hanno accusato le istituzioni internazionali di incoerenza, ma anche i comitati scientifici.

Le osservazioni che l’ISDE ha riportato alla Camera affrontano diverse soluzioni pratiche da attuare all’interno del PTE. In primo luogo il divieto assoluto di consumare altro suolo sul territorio italiano, già soggetto ad erosioni continue. Allo stesso tempo è necessario un censimento delle aree recuperabili, imprescindibile da un progetto di rigenerazione urbana.

Inoltre la mobilità su territorio nazionale deve essere completamente ristrutturata, in favore di spostamenti sostenibili con mezzi pubblici ecologici ed allo stesso tempo disincentivando le vetture private ancora dipendenti da combustibili inquinanti.

Il rapporto dell’associazione ha messo mano anche sul fronte edilizio, dove il consumo di energia è insostenibile a garantire una buona qualità dell’aria. Si deve ridurre l’utilizzo di energia dell’80-90% attraverso l’efficientamento energetico delle infrastrutture, e per questo è necessario un piano pluriennale stratificato, cosa che nell’attuale piano di transizione ecologica non avviene.

Questi in sintesi i punti principali affrontati nel rapporto dei medici per l’ambiente. E’ singolare trovare più concretezza in un’associazione che in due summit consecutivi il cui obiettivo doveva essere proprio il passaggio dalla teoria alla pratica nell’affrontare l’emergenza climatica.

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Conclude il comunicato ISDE: “Crediamo che il Governo e il Parlamento debbano nettamente precisare e rafforzare il Piano. Noi scienziati siamo a disposizione per portare, come abbiamo fatto questa mattina, le nostre competenze al servizio della collettività“.

A questo link il comunicato ISDE datato il 5 novembre 2021

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