Legambiente, i ghiacciai alpini si stanno ritirando

Il ghiacciaio alpino dell’Adamello ha perso oltre il 50% della superficie totale, quelli del Gran Paradiso circa il 65%

ghiacciai
(Getty Images)

Dopo aver dato la notizia nelle scorse settimane che Legambiente aveva avviato la seconda edizione della “Carovana dei Ghiacciai”, riportiamo i risultati dell’esplorazione dell’associazione, volta a verificare lo stato di salute dei ghiacciai nel territorio alpino.

L’iniziativa si è svolta dal 23 agosto al 13 settembre, ed ha preso in esame tredici ghiacciai alpini più il glacionevato del Calderone in Abruzzo. I dati che sono emersi non sono incoraggianti: il ghiacciaio alpino dell’Adamello ha perso oltre il 50% della superficie totale, quelli del Gran Paradiso circa il 65%; in Alto Adige 168 ghiacciai si sono frammentati in 540 unità distinte; in Friuli Venezia Giulia il ghiacciaio orientale del Canin ha uno spessore medio di 11,7 m, 150 anni fa superava i 90 m; sul Gran Sasso, in Abruzzo, il ghiacciaio del Calderone si è suddiviso in due glacionevati ed è soggetto alle oscillazioni climatiche molto più intensamente dei ghiacciai alpini.

In sintesi le Alpi stanno subendo frammentazione e riduzione dei ghiacciai con un processo in accelerazione graduale negli ultimi 30 anni. Il  ghiaccio si scioglie, si frammenta e si trasforma in glacionevato. Queste modifiche non causano solo cambiamenti nell’estetica delle montagne o nella possibilità di farne un’attrazione turistica; lo scioglimento dei ghiacciai è una minaccia per l’intero ecosistema, a partire da flora e fauna, per arrivare alle risorse idriche necessarie alla prosecuzione della specie umana.

La campagna di Legambiente è stata portata avanti con supporto del Comitato Glaciologico Italiano (CGI), e sponsorizzata da Sammontana e FRoSTA.

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