L’impotenza dei genitori in “burnout”, l’altra faccia del lockdown

L’attenzione non rivolta ai genitori: fragili mentalmente davanti gli effetti del Covid 19. Le parole della psicoterapeuta dell’età evolutiva Maura Manca spiegano la condizione.

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L’imprevedibilità degli eventi è per natura complessa. Non è riconducibile ad un’univoca spiegazione ed è soprattutto indomabile al principio, perché i suoi effetti sfuggono a qualsiasi previsione ed ogni organizzazione si palesa insufficiente per gestirla. La pandemia l’ha dimostrato: nulla poteva rimanere come prima per sconfiggerla. Le autorità hanno dovuto negarci qualsiasi diritto di movimento spettante ad ogni cittadino del mondo, soprattutto per quanto attiene alla clausura casalinga. Per comprendere e non banalizzare la portata del fenomeno, non bisogna incagliarsi solo su un punto di vista sensibile ad esempio alla condizione dei minori a cui è stato negato il diritto allo studio in presenza nelle scuole, ma urge interpretare e rivolgere l’attenzione anche ad un’altra parte lesa della società: i genitori. 

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“Sono stanchi fisicamente e mentalmente. Sono mesi che sento genitori dire: “non ce la faccio più”. A cui molto spesso seguono frasi di questo tipo: “sono una cattiva madre”. E ancora “in questo modo cosa insegno ai miei figli? Qualcuno confessa anche di prendersela con i figli per stupidaggini perché si fa fatica controllare le emozioni negative e lo stress”. Sono le parole della psicoterapeuta dell’età evolutiva Maura Manca, Presidente dell’Osservatorio  Nazionale Adolescenza.

La Dott.ssa lega il malessere ad una stanchezza emotiva per via della prolungata condizione di chiusura a cui siamo costretti. Un esautoramento che segue all’impotenza di un genitore di poter aiutare i propri figli, che diventa senso di colpa, alimentato da una generale condizione di malessere: un circolo vizioso pericoloso ed asfissiante.

L’impotenza dei genitori genera malessere 

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Hanno bisogno di una tregua, un attimo di pace. È la frase che forse sento più di frequente: alcuni vorrebbero mollare tutto e scappare lontano, pur sapendo che questa strategia non risolverebbe il problema, ma istintivamente la mente si allontana perché avverte il bisogno di fuggire.” Davanti alla pandemia crollano le sicurezze che l’età porta con se: bambini, adulti, anziani. Siamo diventati tutti uguali, davanti ai limiti umani.Quando si sta male scatta anche un po’ di puro egoismo e questo ci fa sentire ancora più in colpa. Siamo abituati ad arrivare al limite, al ‘chi si ferma è perduto’, al sacrificio che spesso diventa autodistruzione. Tutto questo però non fa bene né ai genitori né ai figli.”

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E’ difficile pensare che il Covid abbia colpito solo alcune categorie. E’ opportuno pensare che abbia colpito in modo diverso, ogni sensibilità e condizione umana aldilà del dato anagrafico e dei confini geografici. L’incertezza domina e incrina ogni potere, anche quello di essere genitori, invalidati anche nell’azione più istintiva che li rappresenta: proteggere i figli. 

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