Telegram, ristoranti usano l’app per prenotazioni clandestine

Alcuni ristoratori e proprietari di bar hanno deciso di aggirare le regole imposte per combattere la pandemia creando gruppi Telegram per poter gestire i clienti. Scoperti da Striscia la Notizia.

Telegram, ristoranti usano l'app per prenotazioni clandestine
Telegram, ristoranti usano l’app per prenotazioni clandestine (foto: pixabay)

Scoperti dall’inviato di Striscia la Notizia alcuni ristoratori della provincia di Varese che utilizzavano gruppi Telegram per ricevere prenotazioni e ordinazioni al tavolo di clienti che non sarebbero dovuti essere fisicamente nei locali.

Telegram: i ristoranti clandestini e fuorilegge

Telegram, ristoranti usano l'app per prenotazioni clandestine
Telegram, ristoranti usano l’app per prenotazioni clandestine (foto: pixabay)

Siamo nel mezzo di una pandemia globale, sono state imposte restrizioni alla mobilità e alla vita sociale. Si tratta di una situazione difficile per tutti ma se tutti rispettano le regole potremo uscire da questa crisi globale più rapidamente.

Evidentemente non la pensano così i ristoratori scoperti nella provincia di Varese che utilizzavano Telegram e i suoi canali per organizzarsi con i clienti che, in barba alle leggi in vigore, volevano consumare pasti dentro i locali e dopo le 18.

L’inviato di Striscia la Notizia Max Laudadio si è recato in questi ristoranti ed ho scoperto che alcuni, per esempio, aperti come mense aziendali, servivano poi in realtà pasti a tutti i clienti e non soltanto ai lavoratori delle aziende convenzionate.

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Telegram, il primo rivale di WhatsApp, è un’app di messaggistica istantanea che sta prendendo sempre più piede soprattutto dopo che sono cambiate le regole sulla privacy e i termini di utilizzo dell’app con il logo verde.

Questi furbetti, però, hanno deciso di sfruttare Telegram per infrangere le regole che dovrebbero portarci fuori dalla pandemia. Nel servizio di Striscia la Notizia, sono anche stati filmati camerieri che lavoravano senza indossare la mascherina.

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