Smart working, cosa cambia da gennaio

Dalla legge di bilancio arrivano anche modifiche alla normativa sullo smart working. Ridotte le possibilità

Smart working, cambia tutto dal 2023 (Adobe) – Consumatore.com

La pandemia, come spesso accade quando eventi forti condizionano la vita ordinaria di gran parte delle persone, ha portato del cambiamenti. Infatti, le restrizioni causate dalla fase più acuta della diffusione del virus hanno cambiato il mondo del lavoro. Imprese e dipendenti hanno scoperto i vantaggi del telelavoro o più comunemente smart working.

Inizialmente nato per cercare di portare avanti le attività che si potessero fare limitando il contatto umano, per molte imprese è diventata poi un’opportunità di risparmio e riduzione dei costi. Allo stesso modo è accaduto anche per il pubblico impiego dove, in taluni casi, un uso razionale dello smart working può abbattere diversi costi amministrativi per lo Stato.

Smart working, si cambia da gennaio

Smart working, cambia tutto dal 2023 (Adobe) – Consumatore.com

Tuttavia, dal 2023 cambieranno le condizioni. Infatti, è stato eliminato il diritto allo smart working per per coloro che hanno figli di età inferiore ai 14 anni. In tal modo ogni possibilità viene delegata al rapporto contrattuale tra il privato e i lavoratori. Lo smart working agevolato resta tuttavia, in vigore per alcune categorie di lavoratori;

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Infatti, rimane in vigore per i lavoratori con gravi forme di disabilità; per i pazienti oncologici; per chi soffre di immunodepressione e si sottopone a terapie salvavita; per coloro che hanno ricevuto trapianti; e tutti coloro che sono affetti da gravi patologie croniche. Il tutto è stato prorogato, però, fino al 31 marzo 2023.

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Per alcuni lavoratori il rientro alla normalità è stato un toccasana. Infatti, a causa degli aumenti dei costi energetici, in alcune aree del paese i lavoratori in smart working avevano chiesto a gran voce di tornare in ufficio. Infatti, la presenza in casa oltre a far lievitare i costi delle bollette della luce va a toccare anche quelle del gas relativamente al periodo invernale. Le proteste principali partivano da Treviso dove il caro vita si è fatto sentire di più e i costi per il riscaldamento sono notevoli per il periodo invernale.

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