Il Garante per la Privacy replica a Guido Bertolaso e chiarisce sulle terze dosi

Con un comunicato stampa pubblicato lo scorso 5 novembre sul suo sito ufficiale, il Garante per la Privacy ha chiarito come la protezione dei dati personali non sia in conflitto con le eventuali chiamate per somministrare le terze dosi di vaccino alle categorie interessate

vaccino
(pixabay)

Il chiarimento si è reso necessario dopo che Guido Bertolaso ha recentemente dichiarato che invece proprio il rispetto della privacy sarebbe stato in conflitto con la possibilità di contattare, da parte dei medici, gli assistiti appartenenti alle categorie per i quali è stata aperta la procedura per la somministrazione della cosiddetta terza dose o dose booster del vaccino anti covid-19.

Il problema della gestione della privacy e dei dati personali sta interessando qualunque aspetto della pandemia. Non molto tempo fa si discuteva, per esempio, di come il controllo del Green Pass potesse essere una lesione della privacy, e anche in quel caso il Garante per la Protezione dei Dati Personali si era espresso chiarendo i limiti dei controlli e le modalità con cui questi dovevano essere effettuati.

Nel caso specifico , in risposta alle dichiarazioni di Bertolaso che sono state definite “prive di fondamento”, l’Autorità chiarisce come tutte le attività relative alla promozione della vaccinazione debbano essere portate avanti dagli “operatori del Servizio sanitario nazionale, coinvolgendo, auspicabilmente, i medici di medicina generale, a cui è nota la situazione sanitaria degli assistiti, anche riguardo ad aspetti che sconsigliano la vaccinazione in assoluto o temporaneamente“.

Il comunicato sottolinea, nuovamente e se mai ce ne fosse bisogno, come la riservatezza dei dati degli assistiti venga proprio dal fatto che le iniziative “per promuovere e sollecitare la terza dose di vaccino, non possono avvenire attraverso altri organi o uffici amministrativi regionali o comunali“.

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Viene quindi dalla struttura stessa che gestisce l’eventuale invio della comunicazione l’impossibilità che vi sia una violazione dei dati personali degli assistiti.

Quello che sembra molto strano è invece che Guido Bertolaso, coordinatore della campagna vaccinale per la Regione Lombardia, non sia a conoscenza delle regole che gestiscono proprio la stessa campagna vaccinale.

A questo link il comunicato del Garante per la privacy

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