“Famiglia vuol dire che nessuno deve essere abbandonato”, al via il progetto sull’affidamento dei minori stranieri soli

Il programma prevede corsi di formazione e supporto per gli aspiranti genitori dei bambini stranieri non accompagnati

bambini soli
(pixabay)

Secondo i numeri del Viminale di maggio 2021, 2.279 minori stranieri non accompagnati sono sbarcati in Italia via mare durante l’ultimo anno. E da allora sono sicuramente di più. I viaggi “della speranza” di questi bambini e ragazzi non si concludono con l’approdo in terra straniera, ma le vere difficoltà iniziano quando entrando nel nostro paese si ritrovano soli e senza possibilità di accudimento o collocazione.

La Legge Zampa del 2017 ha imposto l’obbligo di fornire un tutore volontario per ogni minore straniero non accompagnato che arriva in Italia. Purtroppo tra la legge e la prassi ci sono delle discrepanze enormi, ed in molti luoghi del nostro paese i bambini soli non trovano possibilità di rifugio alcuno.

E’ importante ricordare, tramite le parole del Garante Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza Carla Garlatti, che offrire accoglienza tramite i tutor volontari non è un atto di compassione o beneficenza, è un dovere da parte della cittadinanza italiana.

Allo stesso tempo è chiaro che offrirsi come tutor di un minore straniero, appena uscito da condizioni di vita devastanti, non è un compito semplice. Per supplire alle difficoltà che si possono incontrare, il Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione ha avviato un corso di formazione per gli aspiranti tutor volontari.

Una serie di incontri online dove scambiarsi esperienze, dubbi e perplessità su un ruolo difficile quanto lo è quello di un genitore, con l’aggiunta che la relazione con un bambino straniero può avere degli equilibri molto delicati.

Il sito istituzionale minori.gov ne dà notizia in un comunicato stampa del 3 novembre 2021. “L’obiettivo – si legge nella presentazione dell’iniziativa – è formare competenze e affinare sensibilità verso l’affido di minorenni migranti soli”.

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Ciò che rappresenta un dovere morale non deve essere letto come un obbligo, ma come il riconoscimento di un diritto, quello della cura, che se vale per i nostri bambini, non c’è motivo per cui non debba essere valido anche per coloro che cercano una vita migliore dalla loro terra alla nostra.

A questo link il comunicato di minori.gov

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