Gli italiani non si fidano più dei mezzi pubblici, lo conferma un sondaggio di Legambiente

L’Osservatorio sugli Stili di Mobilità si è aperto con i dati del primo sondaggio Legambiente Ipsos riguardo anche l’idea delle città da percorrere in 15 minuti a piedi

Foto Christian Lue Unsplash

A quanto pare gli italiani apprezzano, almeno in teoria, l’idea dell’avere centri città con trasporti pubblici e privati organizzati in modo da poter essere percorsi in 15 minuti a piedi. Ma almeno per ora sembra che l’utilizzo del trasporto pubblico e delle mobilità alternative rimanga un pensiero positivo che non collima con la realtà.

Legambiente e Ipsos hanno raccolto i dati riguardo il modo in cui gli italiani si muovono in città, partecipando alla Clean Cities Campaign europea. Secondo i dati raccolti su base nazionale, ma in particolare sulle grandi città (Milano, Torino, Napoli e Roma), gli italiani hanno ripreso a muoversi, ma non si fidano più dei mezzi pubblici.

Complice sicuramente la pandemia, l’utilizzo del mezzo pubblico è crollato fino all’80% rispetto al 2019. Rimane costante l’utilizzo invece dell’auto, e cresce il numero di quanti scelgono di muoversi a piedi.

Queste le dichiarazioni di Andrea Poggio, responsabile mobilità sostenibile per Legambiente, che cerca di mettere nella giusta prospettiva i dati a prescindere dalla pandemia: “Se durante le chiusure i pochi spostamenti di quartiere nelle grandi città sono avvenuti soprattutto a piedi o in bici, in Italia abbiamo usato prevalentemente l’automobile. Alla riapertura nelle città si compiono più del doppio degli spostamenti quotidiani, si va spesso a piedi quanto in auto, ci si muove ugualmente con i mezzi pubblici e in bicicletta quanto i centri minori, e in più si usano tutti i differenti mezzi in condivisione dal monopattino all’auto“.

Agli italiani, come anticipato, piace molto anche l’idea della città dei 15 minuti a piedi e addirittura piacciono molto anche eventuali politiche di limitazione o blocco totale della circolazione di auto e moto con motori a combustione dentro i centri abitati, da integrare e ammortizzare magari con una offerta integrata che copra con un unico abbonamento tutti i mezzi di mobilità pubblica e in sharing.

Per quanto riguarda i mezzi pubblici, per esempio, gli italiani delle grandi città coinvolte nello studio Legambiente e Ipsos si lamentano in generale che i servizi non sono all’altezza: non sono all’altezza del prezzo del biglietto che per esempio a Milano è aumentato, e non sono all’altezza delle dimensioni delle città, come succede a chi abita a Roma.

Per chi si muove nelle metropoli è aumentato l’utilizzo non solo dell’auto privata ma anche delle biciclette a pedalata assistita e dei monopattini.

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E’ innegabile come la mobilità del futuro non possa davvero contare ancora solo sulle auto private. Occorre rivedere il rapporto che i cittadini hanno con il mezzo pubblico in tutte le sue forme e trovare sistemi per incentivarne l’utilizzo, evitando sprechi di risorse per costruire piste ciclabili che non portano da nessuna parte, e guardando non a domani ma a 10 anni da oggi, alle città in cui vivranno le prossime generazioni.

Le soluzioni ci sono: mobilità elettrica, potenziamento del trasporto pubblico, revisione del rapporto dei cittadini con il posto di lavoro. Occorre avere il coraggio di intraprendere questa strada e fare il primo passo.

A questo link il sondaggio Legambiente Ipsos

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