Amnesty International: in Nigeria le forze dell’ordine hanno ucciso 115 cittadini in 4 mesi

Le azioni violente da parte di gruppi armati hanno causato dure rappresaglie della polizia sulla popolazione civile. Nel sudest della Nigeria sono state assassinate 115 persone

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(pixabay)

Da un rapporto di Amnesty International, riportato da Focus on Africa, si apprende l’inasprimento della violenza in Nigeria, in particolare nelle regioni del sudest del paese. In queste zone operano due gruppi armati indipendenti, la “Rete orientale per la sicurezza” e il “Movimento dei popoli nativi del Biafra”. Secondo fonti ufficiali, il primo gruppo sarebbe responsabile dell’uccisione di agenti di polizia e della devastazione di edifici di sicurezza e carceri.

Ma le rappresaglie della polizia, che hanno avuto mano libera per contrastare le coalizioni armate, sono state pesanti ed indiscriminate. Nel periodo di maggior violenza, tra marzo e giugno 2021, le forze dell’ordine hanno assassinato 115 persone della cittadinanza, in assenza di reali indizi. Molte persone sono state arrestate illegalmente. La condotta brutale della polizia ha portato a detenzioni segrete, estorsioni, e giustizia privata illegale. In molti casi i sospetti di affiliazione a gruppi armati si basavano su prove assolutamente arbitrarie, come ad esempio un tatuaggio con la propria data di nascita sul braccio, segno, a parere delle forze dell’ordine, dell’appartenenza al “Movimento dei popoli nativi del Biafra”.

Amnesty International ha avuto il merito di portare avanti ricerche sulla mattanza incondizionata, facendo emergere le azioni illegali della polizia. I governi nigeriani non sono intervenute a contrastare i crescenti livelli di violenza, lasciando alle proprie sorti una situazione che può sfociare in guerra civile. Le nazioni democratiche internazionali dovrebbero prendere provvedimenti per arginare le violenze ingiustificate che la polizia sta perpetrando ai danni della cittadinanza nigeriana, prima che la condizione del sudest del paese sfiori picchi irreversibili.

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A questo link il comunicato del 5 agosto di Focus on Africa

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