Fare un mutuo costa sempre di più, riusciremo ancora a comprare casa?

Brutte notizie per gli italiani che sono in procinto di acquistare casa: il costo di un mutuo cresce ancora

(Pixabay)

Nel primo semestre del 2021 i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie, hanno toccato il valore dell’1,72% nel solo mese di marzo.

Secondo i dati diffusi nel rapporto “Banche e moneta: serie nazionali”, pubblicato dalla Banca d’Italia con cadenza mensile, la crescente inflazione potrebbe avere un impatto ancora maggiore nel secondo semestre del 2021.

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Mutui e inflazione: ecco perché sono collegati

La crescita dei mutui in Italia potrebbe essere solo all’inizio. Il collegamento con l’inflazione, poi, è molto semplice. Se salgono i prezzi al consumo, una delle prime conseguenze possibili è l’aumento del tasso di interesse dei titoli di Stato.

La Banca centrale europea ha fissato il target dell’inflazione al 2% e, se si dovesse superare proprio questo target, la BCE potrebbe decidere di intervenire, mettendo mano ai tassi di interesse che aumenterebbero. Ovviamente questo porterebbe a delle conseguenze sui tassi di interesse applicati ai prestiti erogati dalle banche.

Secondo l’analisi dell’Osservatorio di MutuiOnline.it, attualmente gli italiani che acquistano casa preferiscono di gran lunga il tasso fisso (95% delle nuove erogazioni). Nonostante le preoccupazioni legate all’inflazione, quello attuale continua ad essere un buon momento per sottoscrivere un mutuo e per comprare casa.

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Dalle rilevazioni, infatti, emerge che i tassi variabili ad aprile 2021 sono ai minimi storici (0,71% in media per mutui a 20-30 anni), e i tassi fissi sono solo in leggero rialzo (1,12% ad aprile 2021 rispetto a 0,90% a gennaio) a causa dell’aumento dell’Eurirs, ma continuano a mantenersi significativamente sotto i dati pre 2020 (1,53% nel 2019).

Infine gli italiani sono sempre più propensi al mutuo green, ovvero mutui destinati a finanziare l’acquisto o la costruzione di abitazioni che abbiano elevate prestazioni energetiche (classe A o B) o a sostenere interventi di riqualificazione che consentano un miglioramento di almeno il 30 per cento delle prestazioni energetiche dell’edificio.

 

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