Telegram, nei gruppi è caccia al video del caso Ciro Grillo

Diversi gruppi Telegram fanno incetta di iscrizioni con la promessa di far vedere l’orribile video in cui Ciro Grillo e tre amici presumibilmente stuprano una diciannovenne
Telegram, nei gruppi è caccia al video del caso Ciro Grillo
Telegram, nei gruppi è caccia al video del caso Ciro Grillo (foto: pixabay)
Boom di iscrizioni a gruppi Telegram che promettono di far vedere il video che incriminerebbe Ciro Grillo e tre amici per lo stupro di una ragazza di 19 anni.
Si sono moltiplicati a dismisura i canali Telegram dove, con la promessa di questo video di cui tutti i voyeur sembrano non poter fare a meno, le iscrizioni sono cresciute a dismisura. L’ennesima riprova che la Rete può trasformarsi in una vera giungla malata in cui si dà la caccia al dolore come ad una preda rara.

Gruppi telegram: iscriviti e ti faccio vedere il video

Telegram, nei gruppi è caccia al video del caso Ciro Grillo
Telegram, nei gruppi è caccia al video del caso Ciro Grillo (foto: pixabay)

In totale ci sono almeno sei gruppi Telegram con quasi 100.000 iscritti che sono stati attirati da questa nuova frontiera dell’orrore. Una operazione di marketing che sta riuscendo alla perfezione ma che segna sicuramente una delle pagine più indegne della storia del rapporto degli Italiani con la tecnologia.

I primi gruppi telegram per sfamare quanti cercano anche soltanto pochi secondi di questo perverso divertimento sono nati lo scorso 21 aprile, subito dopo che la madre di Ciro Grillo aveva criticato pubblicamente quello che si stava facendo a suo figlio dichiarando che c’era un video che avrebbe scagionato suo figlio e gli altri ragazzi.
Nella parte più sporca di Internet si è scatenata la caccia e molti hanno iniziato ad abboccare alla pubblicità su Telegram che diversi gruppi si sono fatti offrendo di mostrare il video incriminato in cambio di una iscrizione.
Può sembrare una moneta di scambio da poco ma la selva di persone che sfogano i propri istinti guardando foto e video di questa becera natura è purtroppo molto fitta. E i gruppi Telegram che fanno pubblicità ai siti porno stanno sfruttando proprio questa esca per aumentare il proprio numero di iscritti.
Anche perché una volta che ci si è iscritti per trovare il famoso video della presunta violenza si viene invitati ad andare su siti pornografici che esistono da un bel po’. E gli utenti neanche a questo punto riescono a percepire di essere stati gabbati e passano ore, giorni, a cercare nella mole di materiale a disposizione proprio questo video.
L’idea del porno non è qualcosa che va censurato ma non si può pensare che un video come quello di cui sono a caccia adesso certi utenti Telegram possa essere paragonabile ai video hard che si trovano sui siti specializzati. Tra di essi vi è una linea sottile di demarcazione che andrebbe sempre rispettata: la dignità umana.
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