Riforma pensione, Cottarelli: “Quota 100 è stata un errore”

Sulla riforma della pensione, Carlo Cottarelli sottolinea come abbia detto fin da subito che quota 100 è stata un errore.

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Carlo Cottarelli, in un’intervista a La Gazzetta del Mezzogiorno, ha dichiarato di ritenere Mario Draghi “una grande risorsa per il Paese e questo è indiscutibile. Ma anche lui avrà bisogno di una maggioranza parlamentare larga e coesa”.

Secondo quanto detto dall’ex commissario alla Spending review, “al netto dell’emergenza sanitaria, la priorità” per il nuovo Governo “è ridurre la burocrazia per favorire investimenti pubblici e privati. C’è un eccesso di norme, di regole, di enti da consultare. Serve una pubblica amministrazione più veloce nonché una gestione adeguata e manageriale degli enti pubblici. Il problema è che le elezioni purtroppo non si vincono facendo funzionare meglio la Pa, ma con qualcosa di più concreto come reddito di cittadinanza o Quota 100”.

Per quanto riguarda la misura di riforma delle pensioni che scadrà alla fine dell’anno, Cottarelli ci tiene a sottolineare come fin da subito abbia detto che “è stata un errore. Sarebbe stato più utile impiegare quei soldi per tagliare le tasse sul lavoro”. Perciò secondo la sua opinione si tratta di un provvedimento che non dovrebbe essere rinnovato.

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Riforma sulla pensione, l’opinione di Roberto Ghiselli

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In questi ultimi giorni si sta parlando molto di riforma pensioni, con tante perplessità e scenari aperti su quello che farà al riguardo il Governo Draghi.

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Il Segretario confederale, Roberto Ghiselli, della Cgil ha espresso la suo opinione dichiarando che: “è necessaria quindi una riforma seria e duratura, che consenta a tutti i lavoratori di poter scegliere quando andare in pensione dopo i 62 anni o con 41 anni di contributi, ed in particolare che affronti il tema di chi fa i lavori manuali o gravosi, riconosca il lavoro di cura e la situazione specifica delle donne e che dia una prospettiva previdenziale ai giovani e a chi fa lavori poveri o discontinui. In sostanza una riforma che guardi al mondo del lavoro di oggi e a quello futuro e non a quello che è stato. Il fatto che tutte le persone che andranno in pensione da ora in poi avranno prevalentemente un calcolo contributivo, rende queste misure non solo eque socialmente ma anche compatibili finanziariamente”.

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