Codacons si rivolge alla Procura: “Il disastro delle Marche non era imprevedibile”

Ciò che è successo a causa del maltempo nelle Marche non è stato né imprevisto nè imprevedibile, questa nella sostanza l’accusa mossa dal Codacons che si è rivolto alla Procura di Ancona con un esposto

alluvione marche esposto
Alluvione (foto Adobe)

Al di là del dolore per le vite perse e per tutte le famiglie che si troveranno nei prossimi mesi in una situazione di assoluta difficoltà economica e sociale, c’è purtroppo l’ennesima dimostrazione di come nel nostro Paese vengano sottostimati gli effetti dei cambiamenti climatici e di come il territorio non venga controllato e curato nonostante eventi del passato.

È per questo motivo che il Codacons ha deciso di presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Ancona, procura che ha già aperto un’inchiesta a sua volta, per aprire e accertare le responsabilità di istituzioni ed enti locali.

L’associazione per la difesa dei diritti dei cittadini sottolinea come quello che è successo nelle Marche non abbia nulla di imprevisto o di imprevedibile e che sia anzi “un disastro annunciato”.

Un disastro che mostra come, prosegue il comunicato stampa pubblicato sul sito ufficiale dall’associazione, non sono stati utilizzati i fondi per mettere in sicurezza il territorio, il Piano Nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico del 2019 non si è mai attuato mentre il Piano Nazionale di adattamento dei cambiamenti climatici non è mai stato neanche realizzato. Quello che invece si è realizzato è stato lo sfruttamento del territorio, la mancanza di controlli e la prolificazione degli abusi edilizi.

Il nostro Paese, e dovremmo ormai saperlo ma ogni volta sembriamo tutti affetti da smemoratezza selettiva, è un Paese fragile dal punto di vista idrogeologico e ha bisogno quindi che vengano attuati i piani appositi per mantenere funzionanti tutte quelle strutture che possono permettere di gestire le acque in caso di evento meteorologico eccezionale senza che interi paesi si trasformino in spettrali paludi di fango.

Ed è per questo, perché in teoria gli strumenti ci sarebbero ma non vengono attivati, che Codacons ha deciso di muoversi e ha chiesto con un esposto alla Procura di Ancona di “estendere le indagini verso Governo, istituzioni ed enti locali che avevano l’obbligo giuridico di adottare tutte le misure necessarie per evitare il disastro delle Marche, procedendo per le possibili fattispecie di omissione e di atti d’ufficio e concorso in omicidio colposo“.

Il Codacons come associazione si era già mossa nel 2010 presentando una formale diffida a Governo e protezione civile ma nulla a quanto pare è stato fatto. Con i cambiamenti climatici questo genere di eventi rischia di trasformarsi in una terribile quotidianità per i comuni italiani ed è per questo che, al di là delle responsabilità che verranno accertate, occorre che tutti ci muoviamo perché anche le istituzioni locali ricordino il passato per evitare che diventi un perenne doloroso presente. Non possiamo continuare ad essere un Paese famoso per le ricostruzioni: dobbiamo diventare un Paese famoso per la prevenzione dei disastri.

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