Cyber-paure presenti nel 56,6% degli italiani: L’indagine Censis

Italiani e tecnologia, la nuova indagine pubblicata dal Censis si concentra proprio su come il nostro modo di utilizzare e di percepire la Rete stia influenzando la percezione di questi strumenti

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Cyber paure, analisi Censis (foto Adobe)

Dopo aver dovuto chiudere, o almeno cercare di chiudere, il gap tencologico per riuscire a lavorare e studiare durante la pandemia, gli italiani si sono necessariamente fatti un’opinione sul digitale nel suo complesso, sulle piattaforme web, sui nuovi pericoli e le nuove ansie derivanti dal mondo immateriale.

Il nuovo rapporto di Censis realizzato in collaborazione con WindTre dal titolo “Vivere e valutare la digital life” ci dà modo di toccare con mano questo rapporto. I cittadini italiani, ed è un bene, hanno sviluppato rapidamente una coscienza critica per quello che riguarda innanzitutto la qualità del servizio di connessione. C’è per esempio un 51,6% che chiede “connessioni veloci, con un’alta qualità e fluidità dei contenuti” e un altro 41,7% che vorrebbe “ connessioni affidabili, senza incorrere in interruzioni“.

L’indagine Censis ha anche provato a indagare su quelli che sono i timori relativi al digitale e fa piacere notare come almeno il 5G non sia diventato il nuovo terrore degli italiani. Quasi 58 italiani su 100 sono favorevoli allo sviluppo della nuova tecnologia e solo 15 italiani su 100 si son oespressi contro perchè convinti faccia male alla salute, a riprova che almeno in questo frangente le fake news non hanno attecchito molto.

Quello che invece preoccupa molto sono le cosiddette cyber-minacce, con la sicurezza informatica che è la prima fonte di ansia online per quasi 57 italiani su 100 con un picco tra i giovani che arriva al 61,9%. Quello della sicurezza è sicuramente un tema molto presente, anche alla luce degli attacchi portati avanti da cybercriminali alle pubbliche amministrazioni e delle notizie ripetute di frodi informatiche. Meno presente ma pur sempre in classifica la paura riguardo le minacce cui possono essere esposti i minori, la dipendenza dal web e il cyberbullismo.

Tra le realtà digitali che più di altre hanno dovuto adeguarsi in pandemia non possiamo tralasciare la pubblica amministrazione. A questo riguardo, però, il giudizio degli italiani risulta incerto con il 46,3% degli italiani convinto che ci siano stati solo “solo miglioramenti poco rilevanti“, il 32,7% che invece si dichiara entusiasta e un 21% che invece è apertamente scettico.

Cionostante un italiano su due ha dichiarato di utilizzare i servizi online offerti della PA ma, aggiungiamo noi a questo punto, senza troppo entusiasmo. Del resto uno dei punti deboli del nostro Paese è ancora la burocrazia e il rapporto farraginoso e inutilmente complesso che i cittadini sperimentano con la pubblica amministrazione, che però può dalla pandemia trarre interessanti lezioni per il futuro.

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