Antitrust condanna Panda Leads per pratiche commerciali scorrette, soddisfazione UNC

L’Antitrust ha concluso il procedimento che si era aperto lo scorso 16 novembre nei confronti della società con sede a Hong Kong Panda Leads, che gestisce alcuni siti in cui è possibile dietro compenso ottenere un curriculum dall’aspetto professionale. Alla società è stata comminata una multa pari a 40mila euro

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Sanzione Antitrust (foto Unsplash)

Da parte di Unione Nazionale Consumatori arriva la soddisfazione per il provvedimento preso nei confronti di una società il cui comportamento, come spiega l’avvocato Massimiliano Dona, presidente di UNC, era una vera e propria beffa insopportabile soprattutto perché a richiedere i servizi che si trasformavano inconsapevolmente in abbonamenti esorbitanti erano in particolare giovani in cerca di un impiego.

La vicenda relativa ai portali https://cvfacile.com e https://expresscv.com/it si era aperta a novembre dell’anno scorso a seguito proprio di un esposto presentato dall’Unione Nazionale Consumatori presso l’Antitrust. Al centro dell’esposto alcune pratiche commerciali ritenute dall’Associazione scorrette e ingannevoli.

Nello specifico, nel comunicato pubblicato dalla stessa Associazione proprio il 16 novembre scorso, si leggeva che chi aderiva al servizio credeva di pagare un importo una tantum compreso tra 0,90 e 7,49 euro mentre invece attivava un abbonamento mensile automatico da 29,99 euro.

Le vere condizioni economiche venivano riportate, solo in lingua inglese e con l’utilizzo delle sterline anzichè degli euro, solo nelle condizioni generali di contratto. Nel momento in cui diversi utenti si sono poi resi conto degli addebiti automatici l’unico modo per bloccare gli addebiti è stato quello di sospendere la carta di credito, dato che le richieste di esercitare i propridiritti di consumatori non sortivano nessun effetto.

A nostro avviso risultano particolarmente vergognose questo genere di pratiche su siti che promettono di aiutare a creare curriculum vitae per chi è in cerca di un lavoro, andando a colpire molto spesso proprio i ragazzi che si affacciano sul mondo del lavoro.

Ma se comunque l’Unione Nazionale Consumatori esprime soddisfazione per il fatto che l’Antitrust abbia riconosciuto un comportamento da sanzionare quello che non soddisfa è la cifra chiesta di 40mila euro.

La perplessità espressa dall’Associazione attraverso il proprio presidente è che “la pratica è tutt’ora in corso“, il che significa che ci sono altri consumatori che rischiano di cadere vittima di questo comportamento ai limiti del fraudolento. Come organo di stampa sentiamo il dovere di raccontare questo genere di notizie soprattutto per fornire un servizio che permetta ai consumatori di operare scelte oculate e di conoscere, nel caso i propri diritti vengano disattesi, cosa è possibile fare o richiedere.

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