Scuola e pandemia, indagine Istat sulla disuguaglianza

Sono stati pubblicati sul sito ufficiale dell’Istituto Nazionale di Statistica i risultati di un’indagine svolta riguardo il rapporto dei ragazzi con la pandemia e in particolare sull’impatto che questa situazione di emergenza ha avuto sugli alunni che frequentano la scuola secondaria

scuola dad istat
Istat, i ragazzi e la DAD (foto Adobe)

Il comunicato stampa è stato pubblicato lo scorso 4 maggio e prende in considerazione ovviamente il 2021. I numeri raccolti ci danno una immagine abbastanza precisa di cosa è significato essere un adolescente ai tempi della pandemia.

Come si legge anche nell’introduzione, per i giovanissimi il periodo della pandemia ha registrato cambiamenti radicali nella vita di tutti i giorni. Perché, se a livello di percentuale sanitaria gli adolescenti non sono stati una fascia d’età colpita in maniera violenta dalla malattia, per i ragazzi è stato sicuramente molto complicato ritrovarsi improvvisamente con una serie di divieti che hanno trasformato la loro quotidianitàin una fase del percorso di vita in cui la dimensione sociale assume progressivamente un ruolo di primo piano“.

In totale il 98,7% degli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado ha sperimentato in un modo o nell’altro la nuova didattica a distanza. E nonostante un utilizzo continuativo anche prima della pandemia dei mezzi tencologici, la dimensione nuova della scuola fruita attraverso la DAD ha modificato la percezione degli strumenti digitali. Ma ha generato anche nuovi gradi di disuguaglianza. Le scuole hanno in molti casi cercato di tamponare le situazioni di svantaggio ma dai dati riportati dall’Istat è evidente che non tutte le disuguaglianze sono state appianate.

Se per i ragazzi italiani nell’80% dei casi è stato possibile “seguire sin da subito e con continuità la didattica a distanza nel periodo compreso tra marzo e giugno del 2020. Tra gli stranieri la percentuale di chi ha potuto essere costante nella frequenza delle lezioni online scende, invece, al 71,4%“.

Numeri che vanno però confrontati anche con altri, nello specifico il numero di ragazzi che ha potuto seguire le lezioni in tranquillità con una connessione stabile a casa: quasi 51% dei ragazzi che hanno partecipato alla rilevazione dell’Istat ha infatti dichiarato di avere avuto problemi legati alla connessione.

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Interessante notare poi il rapporto che i ragazzi hanno instaurato proprio con la didattica a distanza: il 67,7% ha dichiarato di preferire la didattica in presenza con una percentuale leggermente maggiore tra le ragazze piuttosto che tra i ragazzi. Vari sono poi i risultati ottenuti suddividendo i ragazzi in base alla propria cittadinanza di origine e in generale una minore percentuale di ragazzi stranieri ha dichiarato di aver sofferto la distanza dai compagni durante il periodo in cui non si è andati a scuola in presenza.

Un’ultima nota su quanto sia possibile apprendere dall’esperienza della didattica a distanza. Così come è stata gestita ai ragazzi non è piaciuta, e in buona parte non è piaciuta neanche ai dirigenti scolastici, comunque c’è da sottolineare come un 31,5% dei dirigenti, in particolare tra i dirigenti scolastici degli istituti superiori, risulti favorevole al mantenimento di almeno una parte dell’attività didattica svolta con una modalità non in presenza e in generale tutti i dirigenti scolastici sono concordi nello spingere nell’utilizzo dei supporti digitali all’interno della classe.

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