Pedopornografia online, una guida per i genitori firmata Save the Children

L’adescamento di minori online di è acuito dalla pandemia. Il fenomeno deve essere contrastato a tutti i costi, in primis attraverso la collaborazione tra tutte le istituzioni che ruotano intorno al bambino

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Pedopornografia online (Foto Pixabay)

Tecnologia sì, tecnologia no; cellulare sì, cellulare no. Quanti genitori si sono posti queste domande. Il debutto dei propri figli online è un momento importante nella vita di un ragazzo, perché lo rende più vulnerabile, ma allo stesso tempo apre davanti a sé un mondo virtuale da scoprire. Ma il virtuale non è meno dannoso del mondo reale. Anzi, i pericoli sono più subdoli e meno identificabili. E di questo se ne fanno gioco gli adescatori di minori online.

Il dilemma genitoriale su quando svezzare il proprio figlio all’uso privato della tecnologia è stato parzialmente risolto dalla pandemia. Tutti i bambini hanno dovuto utilizzare i mezzi mediati per sostituire la presenza a scuola. E questo è un momento iniziatico su cui diventa difficile retrocedere.

La conseguenza, tra le altre, è che “nel corso del 2021 sono stati 5.316 i casi di pedopornografia trattati dalla Polizia Postale, con un incremento del 47% rispetto all’anno precedente (3.243). In crescita anche il numero dei minori approcciati sul web dagli adulti abusanti, pari a 531, in maggioranza con un’età inferiore ai 13 anni (338 minori, quasi il 64% di cui 306 nella fascia 10-13 anni), ma crescono pure i casi di adescamento online dei bambini nella fascia 0 – 9 anni (32 casi)”.

Questi dati sono stati pubblicati in un comunicato stampa di Save the Children datato 5 maggio. L’associazione, in collaborazione con la Polizia di Stato, ha messo a disposizione una guida per i genitori su come prevenire il fenomeno dell’adescamento online. L’indice è distinto per fasce di età, in ognuna delle quali, esperti psicologi infantili e medici, permettono di comprendere il rapporto del bambino con lo strumento tecnologico, ed aiutare il genitore ad implementare maggiore controllo.

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Uno dei problemi della pedopornografia online è l’enorme quantità di dati sommersi presenti. Le denunce rappresentano solo la punta dell’iceberg, mentre gli adescatori diventano sempre più furbi ed aggiornati sulle tecniche di approccio. Uno dei viatici preferiti è la piattaforma dei videogiochi online, dove tramite le chat i malintenzionati rendono i contatti con i bambini sempre più frequenti e personali, fino a diventare intimi.

Raffaella Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children, è sempre più convinta che “deve crescere la rete di prevenzione e di presa in carico delle vittime, rafforzando un sistema di tutela che coinvolga le istituzioni pubbliche, i soggetti privati e il terzo settore. Per diffondere la cultura della prevenzione è fondamentale valorizzare il ruolo educativo dei genitori, che vanno sostenuti nell’accompagnare i figli nell’uso più consapevole, competente e sicuro di Internet e delle tecnologie digitali”.

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