ISDE al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici di GKN

ISDE Italia, l’Associazione dei medici per l’ambiente, mette a disposizione di GKN le proprie conoscenze e competenze per avviare con i lavoratori e le lavoratrici di questa multinazionale un percorso di formazione volto alla prevenzione primaria ambientale

Diritti ambientali e sociali (foto: pexels)

Il problema dell’inquinamento prodotto dalle attività dell’uomo è una questione che va affrontata in maniera organica e con alle spalle una conoscenza solida. Nel comunicato stampa pubblicato sul sito di Associazione medici per l’ambiente – ISDE Italia si legge infatti che stando ai risultati di diverse vertenze ambientali è chiaro come “senza un lungo lavoro di formazione/autoformazione con i lavoratori e le lavoratrici degli impianti, le battaglie ambientali sono destinate, salvo rare eccezioni, alla sconfitta“.

Ed è per questo che l’Associazione ha pubblicamente messo a disposizione dei lavoratori e delle lavoratrici della multinazionale GKN, che ha uno dei suoi stabilimenti in Toscana, le proprie conoscenze per realizzare percorsi di autoformazione e formazione sulla prevenzione primaria ambientale con i lavoratori e sperimentare nuove e più inclusive modalità di gestione delle vertenze ambientali“.

Come ricordato sempre nel comunicato stampa, è importante quindi lavorare sulle competenze e sulle conoscenze perché troppo spesso le battaglie ambientali, come ricorda ISDE, sono destinate a fallire, a diventare oggetto di scherno soprattutto perché la base sociale cui si appoggiano è eccessivamente ristretta e poi perché è molto spesso mancano “nella loro ideazione, proposizione e sviluppo dell’apporto dei lavoratori stessi“.

Diritti dei lavoratori e diritti ambientali non sono quindi realtà inconciliabili ma, tutt’altro, vanno tenuti insieme perché, come si legge sempre nel comunicato, “giustizia climatica e giustizia sociale vanno di pari passo”.

Ci è infatti difficile immaginare che ci possano essere multinazionali rispettose magari dei diritti dei propri lavoratori e che poi non tengono conto del proprio impatto ambientale, e viceversa. Ed è invece una realtà sempre più evidente che il profitto per molti è l’unico scopo, a discapito proprio di qualunque forma di tutela sia per chi quel profitto lo produce sia per chi poi deve convivere con gli effetti collaterali generati da quel profitto.

Leggi anche: La paura degli italiani di non poter reperire generi alimentari in un’inchiesta di Altroconsumo

Leggi anche: Rincaro materie prime, cosa si cela dietro il sottocosto dei supermercati

Qualche tempo fa avevamo già trattato di un argomento legato ai cambiamenti climatici e all’inquinamento ricordando come proprio da ISDE siano arrivate informazioni riguardo i legami tra inquinamento atmosferico e maggiore incidenza del Covid.

In questo nuovo comunicato stampa in cui l’associazione fa sapere anche di aver aderito allo sciopero globale per il clima dei Fridays For Future, viene ribadita un’altra realtà sostenuta dai numeri: ogni anno ci sono almeno 9 milioni di persone che muoiono prematuramente a causa proprio dell’inquinamento e delle sostanze chimiche tossiche, il doppio di quante ne siano morte nei primi 18 mesi di pandemia. Viviamo quindi costantemente in un’altra pandemia, una pandemia prodotta dall’incuria e dall’ingordigia. Una pandemia il cui unico vaccino è la conoscenza unita alla consapevolezza.

Impostazioni privacy