Naspi, la si può ricevere lavorando nel frattempo all’estero?

Sono tanti gli italiani che lavorano all’estero che si chiedono se hanno diritto alla Naspi. Sciogliamo insieme questo interrogativo

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Soldi (Foto Pixabay)

Sono milioni gli italiani che hanno diritto alla Naspi, la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego. Si  tratta di una indennità mensile di disoccupazione che sostituisce le precedenti prestazioni di disoccupazione ASpI e MiniASpI, in relazione agli eventi di disoccupazione involontaria che si sono verificati a decorrere dal 1° maggio 2015.

In molti si chiedono se è possibile ricevere l’indennità mensile di disoccupazione se si lavora all‘estero. La risposta è positiva ma, per poter ottenere la Naspi anche se si lavora all’estero bisogna però soddisfare tutta una serie di requisiti. Vediamo insieme quali sono e come fare la domanda.

Naspi, si può ottenerla lavorando all’estero?

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Tutti coloro che lavorano all’estero possono richiedere la Naspi ma, per ottenerla devono iscriversi in Italia o nel Paese estero come richiedente lavoro e restare a disposizione degli uffici del Paese estero per 4 settimane (se il Paese è UE) o sottoporsi ai controlli e alle condizioni del Paese estero.

Se il Paese non fa parte dell’Unione Europea e non è convenzionato con l’Italia per la disoccupazione, c’è la sospensione della Naspi per 6 mesi. Se, invece, lo spostamento non dipende dal lavoro, ma da matrimonio, malattia o lutto (con documenti), la Naspi si perde al momento dell’espatrio.

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Ovviamente tutti coloro che percepiscono la Naspi devono avvisare che stanno cercando lavoro all’estero al centro per l’impiego e chiedere all’INPS i documenti U1 e U2. Così, avrà tre mesi di Naspi per poter cercare lavoro. Al quarto mese, la persona deve decidere se continuare a percepire la Naspi italiana, quindi rendendosi di nuovo disponibile per offerte di lavoro in Italia, oppure deve far decadere la Naspi per lavorare all’estero.

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Se il contratto di lavoro all’estero ha una durata pari o superiore ai 6 mesi, si perde la Naspi. Se questo lavoro all’estero non fosse rinnovato o si viene licenziati all’estero, si potrà chiedere di nuovo la Naspi all’Italia. In questo caso, si devono ottenere dallo Stato estero comunitario i modelli U1 e U2 (stavolta riferiti allo Stato estero), da presentare poi in Italia.

Anche i lavoratori stagionali all’estero che tornano in Italia possono richiede la Naspi se il mancato rinnovo del contratto estero o il licenziamento non è colpa del dipendente. Per bisogna rientrare in Italia entro 180 giorni dalla chiusura del rapporto di lavoro e aver presentato la dichiarazione di disponibilità immediata entro 30 giorni dalla data di rimpatrio.

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