Crisi Ucraina, il pericolo globale che viene dai malware

L’agenzia per la cybersicurezza nazionale ha lanciato un allarme alle aziende e alle amministrazioni italiane riguardo il possibile utilizzo di un malware già usato contro strutture in Ucraina nei primi momenti della crisi che si è trasformata a tutti gli effetti in una guerra di occupazione

Minaccia HermeticWiper (foto: Pexels)

Non ci sono al momento prove secondo cui l’attacco con il malware denominato “HermeticWiper” sarebbe stato lanciato ufficialmente dal governo russo ma decisamente la tempistica farebbe propendere per una lettura di questo tipo. Gli esperti infatti sono riusciti a risalire alla data di creazione del virus indicata nella fine di dicembre, segnale questo che un attacco contro l’Ucraina era già in programma da tempo almeno sul piano della cybersecurity.

A prescindere da chi potrebbe avere effettivamente diffuso questo pericoloso virus informatico si sono alzate le linee di difesa anche qui da noi in Italia. Il pericolo maggiore che viene da “HermeticWiper” è il suo essere estremamente aggressivo.

Si tratta infatti di un pezzo di software in grado di eliminare completamente, da cui il nome dello stesso virus, tutti i dati presenti su qualunque dispositivo riuscendo addirittura ad interferire con il sistema operativo. Questo allarme segue quello già diffuso dalla stessa agenzia italiana per la cybersicurezza lo scorso 14 febbraio, quando sembrava che l’attacco dovesse svolgersi nel giro di 48 ore.

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In quell’occasione l’allarme era rivolto in particolare a tutte quelle società che avevano rapporti con l’Ucraina che avrebbero potuto così cadere vittima della crisi imminente con un effetto domino imprevedibile.

E che la situazione non è tranquilla lo dimostra anche la pagina iniziale del Computer Security incident Response Team Italia in cui campeggia la scritta ALERT a caratteri rossi. L’allarme lanciato da CSIRT deve farci riflettere su una realtà che, date le distanze geografiche, qualcuno potrebbe pensare non esista: siamo in un mondo talmente tanto connesso e in un mondo che viaggia talmente tanto nel cyberspazio che un attacco in un qualunque angolo del pianeta può, e rischia di, avere ripercussioni e produrre danni collaterali anche a centinaia di chilometri di distanza. Il rischio diventa allora quello che possano innescarsi reazioni scomposte.

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