Right to Repair e la campagna per le batterie delle e-bike riparabili

Right to Repair è una campagna europea promossa in tutta l’Unione e il cui scopo è quello di portare in Europa una normativa che costringa i produttori a rendere riparabili elettrodomestici e mezzi di trasporto leggeri, comprese le e-bike e le loro batterie, e che è adesso al vaglio degli organi di Governo europei

foto Pexels

Come riportato anche sul sito ufficiale di Right to Repair il focus principale della discussione che dovrà stabilire il futuro delle batterie riguarda principalmente le auto elettriche ma sono anche comprese le batterie dei cosiddetti “mezzi di trasporto leggeri” tra cui ovviamente si trovano e-bike e monopattini elettrici. La questione è se per questi mezzi di trasporto si debbano prevedere dei requisiti minimi di riparazione o sostituzione.

Ovviamente dall’altra parte, rispetto alle posizioni di chi partecipa questa campagna, ci sono quelle di CONEBI ovvero l’Associazione dei Produttori di bici che hanno pubblicato un Position Paper in cui sconsigliano fortemente di permettere la riparazione delle batterie giudicata “non sicura”, a causa fondamentalmente di una mancanza di possibili processi di certificazione negli oggetti riparati, che potrebbero tradursi in pericoli per chi li maneggia e per chi utilizzerebbe poi le bici elettriche così modificate.

Ovviamente non c’era da aspettarsi una posizione diversa da chi produce bici e ha quindi tutto l’interesse nello spingere nell’acquisto di parti originali, e le batterie delle e-bike mediamente costano circa 500 euro, o per una sostituzione completa del mezzo.

Chi si occupa invece di riparazione, fa notare come molto spesso non è la batteria di per sé a non funzionare ma qualche collegamento che con il tempo o l’utilizzo si è usurato: in questi casi basterebbe un lavoro di pochi minuti e ovviamente molto meno costoso per rimettere le bici elettriche in carreggiata.

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Il mercato dei mezzi di locomozione elettrici, grandi e piccoli che siano, è destinato ad ampliarsi e per evitare di trovarci in un prossimo futuro a non sapere cosa fare delle loro batterie e ora di cominciare a rivedere anche i modelli di business di chi produce questi mezzi di trasporto, un po’ come si sta cercando di fare con gli oggetti tecnologici per i quali più volte le associazioni hanno denunciato sistemi di obsolescenza programmata e in generale l’impossibilità, o comunque la grande difficoltà, a essere riparati.

A livello di Unione Europea qualcosa sembra muoversi ma è importante che per esempio il sostegno mostrato dai Governi all’inclusione dei mezzi di trasporto leggeri nella regolamentazione delle batterie elettriche durante un incontro organizzato dalla presidenza slovena non rimanga una sterile manifestazione di solidarietà.

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