Ancora alto il pericolo dell’amianto nelle scuole, l’allarme arriva dall’Osservatorio nazionale

La bonifica dall’amianato in Italia tarda ad arrivare. Ancora 2.292 le scuole con presenza di amianto. Il rischio di contaminazione è alto

amianto
(unsplash)

L’Associazione culturale pediatri è stata la prima a denunciare il fatto. Nelle scuole italiane c’è ancora l’amianto. Questo materiale utilizzato per le costruzioni, diffuso nell’edilizia specialmente intorno alla metà del secolo scorso, l’epoca in cui c’è stato il boom delle costruzioni, è altamente dannoso per la salute umana. Un’esposizione continua al materiale, che rilascia piccole particelle volatile che possono essere inalate, può provocare patologie come l’asbestosi, malattia polmonare cronica, e il mesotelioma, tumore che colpisce il mesotelio, il tessuto sottile che riveste gli organi interni. In sostanza l’amianto è cancerogeno.

Da un articolo di Altreconomia apprendiamo il caso di Olga Mariasofia D’Emilio, docente di chimica e fisica presso la scuola media Farini di Bologna. La donna è deceduta per tumore causato dall’amianto dopo 15 anni di malattia. È stato difficile soprattutto riconoscere il collegamento tra la patologia e l’esposizione continuativa al materiale cancerogeno. Ma alla fine il risarcimento è arrivato, grazie anche al riconoscimento nel 2007 delle patologie professionali legate all’amianto da parte dell’Inail.

Ma non sono solo i docenti ad essere coinvolti. Secondo l’Osservatorio nazionale amianto (Ona), che raccoglie le segnalazioni dai territori, nel Paese sarebbero circa 2.292 le scuole non bonificate. Circa 356mila gli studenti esposti al materiale. A questa cifra si aggiungono altre 50mila persone tra docenti e personale scolastico.

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Anche Legambiente si è occupata di monitorare le scuole italiane alla ricerca del nocivo materiale. Ne è risultato che su 6.156 edifici presi in considerazione nelle città capoluogo di provincia, l’amianto è presente nel 4% delle strutture esaminate.

In particolare nel 6,9% delle scuole prese in considerazione nel Nord, nel 2,5% nelle Isole e nello 0,4% nel Centro-Sud. Piemonte e Liguria risultano essere le Regioni con la maggiore percentuale di contaminazione, mentre le più “virtuose” sono Abruzzo, Sardegna e Umbria.

Anche la Commissione europea è intervenuta in materia, chiedendo all’Italia di inviare periodicamente gli aggiornamenti sulle bonifiche. Conclude Vincenza Briscioli, medico pediatra intervistato da Altreconomia: “Sebbene dal 2012, anno d’inizio delle osservazioni nelle scuole, siano stati fatti passi in avanti, siamo ancora indietro nelle bonifiche degli istituti. Tutti gli studenti possono essere considerati una popolazione a rischio ed è necessario lavorare sulla prevenzione”.

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