Cingolani e l’etichetta verde dell’Unione Europea al nucleare

Nel giro di poco il Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani è tornato ben due volte a nominare il nucleare come fonte di energia verde

foto Jonas Togo Pexels

La prima volta è successo lo scorso 7 dicembre durante un incontro con la Commissione Ambiente di Camera e Senato. La seconda volta con un recente incontro avvenuto il 13 dicembre via web con i ragazzi delle scuole superiori nell’ambito del progetto Cosmopolites.

La posizione del ministro Cingolani sembra ricalcare quello che tra non molto dovrebbe uscire dalla Commissione Europea anche se, e sono parole di Valdis Dombrovskis vicepresidente della Commissione, non c’è ancora una data concreta per la proposta di inserire gas e nucleare nella tassonomia. Per comprendere che cosa stia succedendo occorre, come nel più prevedibile dei film polizieschi, seguire i soldi.

Il famoso Green Deal europeo è infatti una occasione molto ghiotta anche per le società private che potrebbero trarre beneficio da investimenti in soluzioni verdi. Tra queste soluzioni verdi a quanto pare l’Unione Europea sta pensando di inserire il gas e, cosa forse ancora più raccapricciante, il nucleare.

Le parole di Cingolani ai ragazzi, dopo averli in maniera estremamente blanda rimproverati di inquinare perché usano i social, sono di inequivocabili apertura anche se ammantate di logica: “Oggi la mia posizione di tecnico è che non farei le centrali di 1/a e 2/a generazione, che sono complesse e hanno problemi con le scorie radioattive. Sono sicuro che vadano studiati i piccoli reattori modulari, che sono in pratica motori di navi nucleare, sono piccoli e più sicuri. Da lì potrebbero arrivare ottime notizie in termini di costi e benefici. Ma sono in fase di studio in vari paesi, ci vorranno ancora diversi anni. Se si dovesse studiare una tecnologia del genere, credo che sarebbe saggio, io lo farei. Poi sono assolutamente certo che la fusione nucleare sarà la soluzione di tutto“.

In effetti quando abbiamo votato perché sul suolo del nostro Paese non venissero costruite centrali nucleari abbiamo votato con gli occhi ancora su Chernobyl. Ma, come fa per esempio notare Greenpeace Belgio:Nucleare e gas non sono verdi; il gas è ora responsabile di più emissioni di CO2 rispetto al carbone, mentre dopo settant’anni l’industria nucleare non ha ancora una soluzione per la montagna sempre crescente di scorie radioattive“.

Quale dovrebbe essere quindi la tecnologia delle fantomatiche centrali di quarta generazione (quelle cui fa riferimento Cingolani quando parla di reattori modulari?). In che modo dovremmo riuscire ad avere energia pulita al 100%?

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Citando nuovamente Greenpeace, andando a leggere un focus da Greenpeace UK si legge per esempio: “l’energia nucleare è incredibilmente costosa, pericolosa e lenta da costruire. Viene spesso definita energia pulita perché non produce CO2 o altri gas serra quando produce elettricità ma la realtà è che non è un’alternativa plausibile alle fonti rinnovabili”. Lo stesso focus di Greenpeace UK nomina il reattore C che si trova a Hinkley Point e che arriverà a costare, quando sarà terminato, oltre 25 miliardi di sterline: “l’oggetto più costoso della terra”.

C’è poi il problema, ed è un argomento affrontato di nuovo anche nel focus di Greenpeace UK, della tempistica: un reattore nucleare ha bisogno di almeno 20 anni per essere costruito e ne è un esempio quello che si trova in Finlandia, che è 11 anni in ritardo sulla tabella di marcia. Noi abbiamo bisogno di soluzioni che contrastino i cambiamenti climatici e l’immissione nell’atmosfera di gas serra adesso. La Terra non può aspettare 11 anni, la Terra non ne può aspettare neanche uno.

Le energie rinnovabili, che a tanti invece sembrano magia nera o Voodoo, sono qui e se i fondi che si vogliono destinare al nucleare venissero oggi investiti in massa nell’installazione per esempio di pannelli solari e centrali eoliche non dovremmo più preoccuparci come adesso del futuro del nostro pianeta.

È vero, abbiamo votato in Italia contro il nucleare guardando a tecnologie vecchie, ma anche votassimo oggi o tra 10 anni o, come ricorda lo stesso Cingolani dopo il 2030, il nucleare sarebbe comunque in ritardo, dannoso e inutile.

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