Il futuro secondo i giovani italiani: inclusione e Smart City da una ricerca BNP

Secondo una ricerca commissionata da BNP Paribas Cardif su mille ragazzi in età compresa tra i 15 e i 30 anni, entro il 2030 il nostro futuro sarà votato all’inclusione e vivremo in Smart City

Foto Andrea Piacquadio Pexels

I giovani italiani hanno fiducia nel prossimo decennio; il 35% degli intervistati è convinto che svilupperemo relazioni interpersonali più eque e che le discriminazioni di genere verranno ridotte. C’è poi un 32% che ritiene che in futuro l’aspetto fisico degli esseri umani non sarà più un fattore sociale di cui tenere conto.

Per quello che riguarda la vita di tutti i giorni, i giovani italiani sono convinti che le città del futuro saranno più a misura d’uomo e andranno incontro alle esigenze di ognuno, in particolare ad alcune fasce di popolazione. Per il 33% degli intervistati le città del futuro devono tenere conto dei disabili, degli anziani e delle mamme.

Ma come la immaginano questa città?

Per esempio nel futuro i giovani sperano che la tecnologia supporti il riciclo e il riutilizzo dei prodotti. A credere in questo è il 41% degli intervistati ma per il 43% dei ragazzi che hanno partecipato alla ricerca la tecnologia rimarrà comunque non soltanto positiva ma una possibile fonte di rischio: in particolare per quello che riguarda i furti di identità digitali.

La mobilità del futuro prevede l’utilizzo delle auto a guida autonoma, ma il 32% dei ragazzi crede che queste potrebbero rivelarsi anche causa di pericolo. Nel futuro c’è la paura della pandemia per il 27% dei ragazzi ma c’è anche la fiducia nel fatto che si possano sviluppare e consolidare nuove forme di prevenzione specificatamente create per affrontare questo genere di situazioni.

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Ma nelle città del futuro, che i ragazzi immaginano come vere e proprie Smart City, ci sarà più spazio di comunità per il 32% degli intervistati mentre il 33% dei ragazzi immagina un trattamento dei rifiuti organizzato con cestini intelligenti in grado di migliorare ulteriormente la raccolta differenziata.

Accanto alle auto a guida autonoma, il 36% dei ragazzi immagina semafori intelligenti mentre il 24% li immagina gestiti dall’intelligenza artificiale: in entrambi i casi lo scopo dell’implementazione di sistemi tecnologicamente avanzati nella gestione del traffico servirà a ridurre l’inquinamento e anche l’impatto sull’utilizzo delle risorse.

Interessante è poi la fetta del 31% degli intervistati che si ritiene pessimista riguardo il riscaldamento globale e l’inquinamento, anche se c’è poi un 29% che spera in una maggior diffusione dei dispositivi ricondizionati e un 19% che punta invece sulle energie rinnovabili.

In buona sostanza, nonostante o forse proprio a causa della situazione che viviamo adesso, i ragazzi che saranno gli adulti del prossimo decennio hanno fiducia ancora nella tecnologia come strumento per migliorare la vita di tutti i giorni. Speriamo di non deluderli.

 

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