Il Mise ha promosso una campagna contro la contraffazione dei prodotti commerciali

La lotta alla contraffazione continua ad essere un tema affrontato anche dal Governo, in particolare dal Ministero dello Sviluppo Economico. Ogni anno da ormai 6 anni viene infatti organizzata per l’ultima settimana di ottobre la cosiddetta Settimana Anticontraffazione

Foto Becca Mchaffie Unspalsh

L’edizione di quest’anno ha trovato come hashtag #lalottaalfalsopassaanchedate. Una frase che, nell’intento dei promotori della Settimana Anticontraffazione, ha lo scopo ultimo di sensibilizzare ulteriormente i consumatori a schierarsi contro i prodotti contraffatti non cedendo alla chimera del risparmio.

Se per esempio si prendono i dati dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata raccolti da un gruppo di ricercatori dell’Università degli Studi di Milano, si chiarisce come la contraffazione, che si sviluppa non soltanto nei negozi fisici ma anche online, sia fortemente legata ad attività criminali di gruppi organizzati.

Proprio dall’introduzione del Rapporto sulla contraffazione nella provincia di Milano leggiamo: “Il fenomeno della contraffazione, spesso espressione di attività criminali organizzate, rappresenta sempre di più una piaga sociale che se da un lato penalizza il settore del commercio, dall’altro indebolisce tutta la filiera del Made in Italy e il tessuto economico del Paese, generando un notevole impatto negativo“.

L’impatto negativo si riverbera su più livelli. La contraffazione delle merci infatti non è soltanto un problema dei negozianti che si trovano a combattere con prezzi stracciati ma una questione che riguarda la collettività.

Soprattutto perché molto spesso dietro i prodotti contraffatti si nascondono associazioni a delinquere che utilizzano la contraffazione e lo smercio di prodotti e servizi non originali per trovare ulteriori fondi con cui alimentare altri traffici illegali.

Quello che deve cambiare, soprattutto da parte dei consumatori, è la percezione che la contraffazione sia un reato minore in cui in realtà non vi sono grossi danni per nessuno. Niente di più falso. Dietro la contraffazione si nascondono spesso attività criminali molto ramificate e strutturate.

Anche perché il reato di contraffazione rischia di avere ripercussioni gravi non solo a livello economico su una stretta cerchia di negozianti e produttori, ma di generare rischi per la salute.

I prodotti contraffatti sono infatti realizzati con materiale scadente, utilizzando manodopera che viene il più delle volte sfruttata in maniera indegna, senza gli opportuni controlli e le verifiche sulla qualità e la salubrità del prodotto finito.

Tutto questo si trasforma in una potenziale bomba che può intaccare la salute di intere comunità. Ciò che occorre fare è quindi un’opera più profonda e capillare di sensibilizzazione nei confronti dei consumatori, adulti e giovani, perché comprendano cosa effettivamente si nasconda dietro un prodotto contraffatto.

Molto interessante è a tal proposito ciò che si legge sempre nel Rapporto sulla contraffazione della provincia di Milano creato dal Comitato provinciale di Milano per la lotta alla contraffazione: “Tale voluttà di conformarsi ai canoni della moda appare ancora più evidente con riferimento alla contraffazione di alta gamma per cui i consumatori sono disposti ad acquistare merce non originale a cifre molto elevate pur di ostentare un capo firmato”.

“Viene, dunque, da interrogarsi sul perché un acquirente che ha delle buone disponibilità economiche non prediliga comprare un prodotto di eccellente fattura, anche se non contraddistinto da un marchio famoso, piuttosto che un articolo che, seppur di pregio, non è autentico. Diventa, perciò, cruciale indagare le motivazioni psicologiche e sociali che orientano la domanda del consumatore analizzandone cause e meccanismi”.

“Stimolare, quindi, una riflessione che, in senso lato, coinvolga aspetti sociologici e culturali, consentendo di promuovere un’azione di sensibilizzazione consapevole e mirata, focalizzata sul concetto di “apparenza” nella società dei consumi“.

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La contraffazione come fenomeno crescente è quindi frutto anch’essa della società dell’apparenza che i social ci stanno portando a individuare e identificare come la norma. Uscire dalla logica per cui apparire è più importante che essere, e quindi la scelta di un prodotto non soltanto in base al brand che vi si trova stampato sopra, non è solo buono per l’economia ma anche per la nostra stessa salute mentale.

A questo link il materiale video e le risorse raccolte durante l’edizione di quest’anno della Settimana Anticontraffazione

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