Gli ex operai di Texprint hanno spostato il presidio in città per chiedere aiuto al Comune di Prato

Fino ad adesso però, la politica continua ad ignorarli

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Hanno deciso di andare a protestare davanti la piazza del comune di Prato, per costringere l’amministrazione a non ignorare più la loro protesta. Si tratta di dieci ex operai che lavoravano per il colorificio Texprint di Prato. Hanno iniziato uno sciopero della fame per denunciare le condizioni di lavoro a cui sono stati sottoposti per anni.

Un’iniziativa a cui hanno aderito anche alcuni esponenti del Si Cobas, il sindacato che li sta seguendo nella loro vertenza. Ma la politica del luogo continua però a ignorarli: “A un giorno dal nostro ’trasloco’ dai cancelli della fabbrica alla piazza del Comune l’unica risposta da parte delle istituzioni è stata multarci per occupazione di suolo pubblicospiegano i sindacalisti. Di qui, la scelta di spostare il presidio nel cuore della città di Prato, dopo che per mesi si era tenuto davanti la sede incriminata dell’azienda.

Significativo inoltre che a breve a questa protesta si aggiungeranno altri lavoratori della città che denunciano condizioni simili a quelle degli operai della Texprint. Turni massacranti di oltre dodici ore, contratti di lavoro mai a norma e ferie negate senza alcun tipo di motivazione giuridica. Queste le accuse con cui questi lavoratori tentano, finora senza successo, di attirare l’attenzione del sindaco: “Chiediamo al sindaco un gesto di attenzione e il riconoscimento della residenza per queste persone che per anni hanno lavorato e versato i contributi qui, il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di sfruttamento e l’esito dei sopralluoghi degli ispettori del lavoro”.

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