Al G20 sull’Ambiente, il ministro Cingolani ha messo in guardia dai rischi del nuovo piano Ue

Le due giornate del G20 sull’ambiente hanno in primo luogo visto la riconferma del blocco Usa-Ue contro quello composto da Cina e Russia

Si è concluso nella giornata di oggi il G20 sull’ambiente che ha visto coinvolti tutti i Ministri dell’Ambiente di tutto il mondo.

La seconda giornata si è svolta a Napoli, incentrandosi in particolar modo sul clima e l’energia. Un confronto teso a quanto si apprende dalle prime indiscrezioni, che ha sancito in primo luogo una diversità di vedute sui temi ambientali tra il blocco formato da Stati Uniti e Unione Europea, e l’altro composto da Cina, Russia e le altre economie emergenti. 

Ad aver generato grande tensione tra le parti, è stato in particolare il processo di decarbonizazzione. Se da un lato infatti Ue e Usa hanno di recente presentato un cronoprogramma per contenere il riscaldamento globale entro il 2030 mediante il passaggio alle energie rinnovabili, le altre nazioni hanno mostrato più d’una perplessità in merito. Per molte di queste infatti, rinunciare alle fonti fossili in modo così repentino, comporterebbe un collasso dell’economia su scala nazionale e mondiale impossibile da gestire. Preoccupazioni che in realtà sono condivise anche dal blocco occidentale, basti solo pensare alle dichiarazioni rilasciate nella giornata di ieri da Cingolani. Il Ministro dell’Ambiente ha infatti spiegato le possibili ripercussioni sociali ed economiche che le nuove leggi sulla sostenibilità potrebbero avere se non vengono presentate come delle scelte ponderate e in grado di non danneggiare la popolazione. Cingolani in proposito ha ricordato ai presenti come la nascita del movimento di protesta dei Gilet gialli in Francia, sia arrivata in seguito a una tassa introdotta da Macron che aveva lo scopo di disincentivare l’utilizzo dell’automobile. Un imposta green dunque, ma che invece venne in quel momento vista dalla popolazione come un ulteriore segno dell’indebita e ingiustificata pressione fiscale con cui il governo stava impoverendo il ceto medio-basso. Cingolani ha poi citato un’altra criticità che a suo parere rischia di indebolire il Green Deal europeo inaugurato dalla Von Der Leyen.

Il rischio di dumping da parte degli altri paesi concorrenti nel libero mercato mondiale è infatti altissimo. Evidente infatti che nel momento in cui le imprese europee inizieranno ad esempio a produrre acciaio in modo sostenibile, questo risulterà sempre e comunque più costose delle altre economia emergenti che invece, grazie all’utilizzo dei combustibili fossili, potranno proporre un prezzo molto più conveniente. 

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FONTI


https://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/clima/2021/07/23/g20-ambiente-oggi-i-temi-piu-difficili-clima-ed-energia_25ceceb2-11f0-43ad-88c0-aabe4c8a8af0.html

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