Microsoft, aperto a Milano uno spazio per insegnare la sicurezza informatica

Il Cybersecurity Experience fa parte di un più ampio progetto di investimento in Italia

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Nel Microsoft Technology Center della Microsoft House a Milano è stato aperto il Cybersecurity Experience, dedicato all’educazione sulla sicurezza informatica. “Puntiamo a sensibilizzare grandi imprese, Pmi e Pubblica Amministrazione, sulle minacce informatiche e a promuovere la consapevolezza degli strumenti disponibili per proteggersi, nonché del valore del Cloud Computing a supporto della resilienza”, spiega Microsoft Italia. 

Il piano quinquennale, Ambizione Italia #DigitalRestart, prevede 1,5 miliardi di dollari di investimento in competenze e tecnologie da parte di Microsoft. L’aumento di campagne di phishing, soprattutto a tema Covid-19, evidenziano una scarsa capacità delle aziende italiane in fatto di cybersecurity.

I dati del Politecnico di Milano dimostrano che per il 40% delle imprese italiane sono aumentati gli attacchi informatici ma anche che il 19% delle grandi imprese ha diminuito gli stanziamenti dedicati alla sicurezza.

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Il Cybersecurity Experience a Milano preparerà simulazioni e dimostrazioni di attacchi hacker. Saranno personalizzabili in base al settore dell’azienda e interattive. Verrà dedicato anche spazio per il Machine Learning e per insegnare l’importanza dell’Intelligenza Artificiale. Verranno organizzate anche attività di vulnerability e penetration test. È essenziale che aziende, istituzioni e policy maker si uniscano e condividendo informazioni per promuovere una cultura digitale improntata alla sicurezza“, ha spiegato Andrea Cardillo, il Direttore del Microsoft Technology Center.

Facebook, messaggi privati come tentativi di phishing

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Un nuovo messaggio molto pericoloso gira su Facebook. Se aperto, può permettere ai malintenzionati di prendere il controllo di un profilo.

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Il modo migliore per difendersi è non aprire il messaggio. L’ultimo pericoloso messaggio sembra arrivare da un account amico su Facebook ed è: “is that you?”; tradotto “sei tu?”. Ma si tratta dell’ennesimo tentativo di carpire i nostri dati sensibili.

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