Valerio Lundini, conduttore televisivo e attore comico ha denunciato un esponente del clan dei Bevilacqua per la “truffa dello specchietto”
![Lundini mangia un panino](https://www.consumatore.com/wp-content/uploads/2021/02/Lundini-Instagram4.jpg)
Ben pochi italiani ignorano la celebre truffa della vendita della Fontana di Trevi ad opera di Totò nel film “Totòtruffa ’62”. I mezzucci all’italiana hanno fatto la fortuna di molti talenti comici e di molti registi che li hanno portati sul grande schermo. Queste storie raccontano le vicende di ladri-eroi che rubano per sopravvivere e che sono in grado di mettere a punto truffe d’ingegno senza precedenti. Questo contribuisce alla rappresentazione stereotipata del belpaese all’estero.
La realtà a volte supera la fantasia.
Un evento di cronaca simile è datato 2014 ed ha visto come protagonista Valerio Lundini, il presentatore TV classe ’86 divenuto famoso grazie alla conduzione della nuova versione del dopofestival di Sanremo, “L’altro Festival”.
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La “truffa dello specchietto” e la denuncia
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Lundini il 17 ottobre 2014 è stato vittima della “truffa dello specchietto”. L’attore si trovava a Roma, presso viale Marconi, quando è stato affiancato da una macchina; dopo poco ha sentito un forte colpo sulla carrozzeria della propria auto. Il conducente dell’altra auto lo ha intimato di fermarsi, perchè a suo dire gli aveva “rotto lo specchietto”(ovviamente era una simulazione, la truffa funziona proprio così: si dà un colpo ad un’auto e poi si pretende il rimborso del proprio specchietto, precedentemente rotto). Pacificamente il conducente propone a Lundini di risolvere subito la questione e di essere rimborsato di 140 euro. “Alla fine sono andato ad un Bancomat e mi sono stati estorti 200 euro“.
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Poco dopo l’attore decide di denunciare il fatto. Un articolo del Corriere della Sera afferma che Lundini avrebbe riconosciuto da una foto e denunciato un uomo con numerosi precedenti penali esponente del clan dei Bevilacqua, importante gruppo di criminalità organizzata romana.
Come andrà a finire? La vicenda non è ancora conclusa, ma si spera che con questo racconto i pochi romani che non erano a conoscenza della “truffa dello specchietto” siano stati ragguagliati e messi sull’avviso.