Buchi neri, un nuovo studio mette in discussione la loro formazione

Cygnus X-1 è un buco nero e possiede il 50% di massa in più rispetto alle previsioni degli scienziati. 

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Il primo buco nero mai scoperto ci riserva ancora oggi delle sorprese. Si chiama Cygnus X-1 ed è il buco nero più vicino alla Terra. Distante circa 6.000 anni luce fa parte della costellazione del Cigno, nella via Lattea. Rispetto alle previsioni, è stato constatato che la sua massa è del 50% maggiore.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Science da parte della Curtin University e da parte dell’International Centre for Radio Astronomy Research, entrambe australiane. È stato coordinato da James Miller-Jones

I dati sono stati raccolti grazie al radiotelescopio americano Very Long Baseline Array che comprende una decina di parabole distribuite sul territorio degli Stati Uniti. “Le nuove osservazioni” ha spiegato Miller-Jones “mostrano che Cygnus X-1 ha una massa più di 20 volte quella del Sole, corrispondente a un aumento del 50% rispetto alle stime precedenti”.

Secondo Xueshan Zhao, un’altro degli autori dello studio, che fa parte dell’Accademia Cinese delle Scienze, “i dati indicano anche che Cygnus X-1 ruota in modo incredibilmente veloce, molto vicino alla velocità della luce e più veloce di qualsiasi altro buco nero trovato fino ad oggi”.

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Scoperto decenni fa questo buco nero ci riserva ancora molte sorprese

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Nel 1964, quando Cygnus X-1 è stato scoperto, ci fu una disputa tra Stephen Hawking e Kip Thorne, che nel 2017 ha ricevuto il premio Nobel per la Fisica per la sua scoperta sulle onde gravitazionali. Hawking non credeva che fosse un buco nero ma nel 1990 dovette ricredersi.

Il fisico Salvatore Capozziello, associato all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e professore di cosmologia e Relatività Generale, spiega che “il nuovo identikit di Cygnus X-1, insieme ai dati che arrivano dai cacciatori di onde gravitazionali, mettono in discussione i nostri modelli sulla formazione di questi buchi neri come stadio finale dell’evoluzione di stelle morenti. Ne vedremo delle belle nei prossimi anni”.

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Tra l’Australia e il Sudafrica è in costruzione la più grande rete di parabole al mondo, lo Square Kilometre Array. Sicuramente, quando sarà ultimato, riceveremo molte più informazioni da questo grande radiotelescopio.

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