Buoni Fruttiferi Postali, ultima occasione per incassare quelli dimenticati

I Buoni fruttiferi postali, se troppo vecchi, possono far prescrivere il diritto alla loro riscossione. Per questo motivo è bene controllare quelli rimasti chiusi per troppo tempo nel cassetto.

Buoni fruttiferi postali
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Una volta scaduti, i Buoni fruttiferi postali hanno un termine massimo per la loro riscossione che deve essere rispettato. Pena la decadenza del diritto di ricevere l’importo sia investito che maturato nel tempo.

Questi strumenti di risparmio cadono in prescrizione 10 anni dopo la loro scadenza. Quindi, è fondamentale tenere bene a mente la data di chiusura del Buono di cui si è in possesso.

L’importo non riscosso dopo i 10 anni di scadenza finisce nel Fondo del Ministero dell’economia e delle finanze, per ripagare i risparmiatori vittime di frodi fiscali.

Questo vale per i titoli emessi dal 18 novembre 1953 fino al 13 aprile 2001. La prescrizione dei Buoni emessi dal 14 aprile 2001 in poi, invece, spetta alla Cassa Depositi e Prestiti SPA, in quanto organo erogatore.

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Buoni Fruttiferi Postali, ancora una possibilità per riscuotere i più vecchi

Buoni fruttiferi postali
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In questi giorni Poste Italiane ha pubblicato sul proprio sito un avviso importante per quanto concerne questi prodotti finanziari. In particolare, la comunicazione riguarda i cittadini in possesso di qualsiasi tipo di Buoni sottoscritti durante la pandemia. Si sta parlando di quelli sottoscritti tra il primo febbraio 2020 e il 31 gennaio 2021 e che possono essere incassati fino al 31 marzo 2021.

Per avere richiedere ulteriori informazioni, si invitano i cittadini a recarsi direttamente presso gli uffici postali, chiamare il numero gratuito 800.00.33.22 oppure consultare il sito www.poste.it.

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Novità in arrivo per alcuni titolari

I Buoni fruttiferi postali sono un investimento sicuro nonostante il rendimento eseguo. A emetterli è la Cassa Depositi e Prestiti, ma è Poste Italiane ad avere l’onere di collocarli sul mercato.

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