Cartelle esattoriali, nuovo stop al pagamento dei debiti

Nuovo stop all’invio delle cartelle esattoriali. Si deciderà nei prossimi giorni se ci sarà un’ulteriore rottamazione per favorire il pagamento dei debiti senza sanzioni e interessi.

Una nuova proroga in vista. Le cartelle esattoriali e gli atti non verranno recapitati per un’altro mese, fino al 28 febbraio. Il decreto, che dovrebbe rientrare nel Milleproroghe attualmente in esame in Parlamento, è stato approvato in Consiglio dei ministri.

Non sono mancate tuttavia perplessità e critiche. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, avrebbe sottolineato più volte che a suo avviso la scelta migliore sarebbe stata quella di cominciare una diluizione degli invii bloccati da mesi.

Per il titolare del Mef il nuovo rinvio “non è la soluzione ottimale” e“sarebbero necessarie misure più articolate”. “Uno degli effetti dannosi della crisi è quello di impedire di assumere decisioni che richiedano valutazioni politiche impegnative”.

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Cartelle esattoriali, nuovo rinvio al 28 febbraio

Cartelle esattoriali
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La viceministra Laura Castelli ha commentato così la misura:“Oggi non si poteva fare diversamente, per questo è positivo che il Consiglio dei ministri abbia deciso per il rinvio di un mese, fino al 28 febbraio, della sospensione dell’invio e riscossione di atti esattoriali e cartelleUn Governo nel pieno delle funzioni potrà così affrontare, in modo organico, ed all’interno di un disegno complessivo, il tema”.

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Il governo dimissionario, infatti, ha il compito di sbrigare le faccende più urgenti, nelle quali sono state fatte rientrare tutte le misure necessarie a contrastare tanto l’emergenza epidemiologica in sé quanto gli effetti di quest’ultima sull’economia del Paese.

Al momento, nel magazzino dell’Agenzia delle Entrate, ci sono circa 50 milioni di atti tra cartelle esattoriali, ipoteche, pignoramenti, fermi amministrativi, accertamenti e lettere di compliance in sospeso. L’importo totale coinvolto, ha spiegato qualche giorno fa il direttore Ernesto Maria Ruffini, è pari a quasi mille miliardi di euro.

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