Cartelle esattoriali, senza decreto ripartiranno da febbraio

Tra le conseguenze delle dimissioni di Conte potrebbe esserci la mancata approvazione del Decreto Ristori, senza il quale non ci sarà lo stop delle cartelle esattoriali. Di seguito tutti i dettagli.

La profonda crisi politica che l’Italia sta attraversando potrebbe eclissare l’emergenza economica causata dalla pandemia da Coronavirus. Con le dimissioni del governo Conte, infatti, potrebbe slittare l’approvazione del Decreto Ristori nonostante ci sia stato il consenso per lo scostamento di bilancio di 32 miliardi di euro.

Così, famiglie e aziende potrebbero essere chiamate alla corresponsione dei debiti contratti. Il 14 gennaio scorso, l’esecutivo aveva interrotto il pagamento delle cartelle esattoriali fino a fine mese. Senza un nuovo rinvio, la scadenza rimarrà fissata a lunedì prossimo.

La proroga era stata pensata, oltre che per dare supporto economico alle famiglie in difficoltà, anche per evitare code e assembramenti presso l’ente di riscossione e gli uffici postali.

Questi atti di normale amministrazione rientrano tra le competenze del governo uscente anche se dimissionario. Un esecutivo di questo genere, infatti, può continuare a gestire le pratiche di disbrigo corrente, soprattutto se sono urgenti.

Analizzando il medio periodo, permangono in bilico anche le proroghe di casse integrazione per causa Covid e il blocco di sfratti e licenziamenti.

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Cartelle esattoriali, approvato lo scostamento di bilancio

Cartelle esattoriali
Pixabay

A metà gennaio, il Consiglio dei Ministri ha approvato lo scostamento di bilancio di 32 miliardi di euro. Lo scopo è quello di far pervenire il pagamento dei bonus alle attività produttive colpite dalle misure restrittive e prorogare al 31 gennaio lo stop alla riscossione delle cartelle esattoriali e delle tasse.

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Lo scostamento di bilancio corrisponde a un indebitamento ulteriore dello Stato rispetto a quanto sancito nella Legge di Bilancio.

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