Messina, indagine per presunti brogli elettorali alle elezioni del 2017

Messina, presunti brogli elettorali alle elezioni del 2017. Questa l’inchiesta su cui sta indagando la Procura che ha interrogato di recente anche il sindaco della città. 

A Messina, si inizia a parlare di un vero e proprio scandalo che potrebbe ben presto coinvolgere tantissimi esponenti politici di spicco della città.

La Procura sta infatti indagando su dei presunti brogli elettorali che si sarebbero verificati alle elezioni amministrative che si sono tenute nel 2017. Da quanto si apprende, al momento nell’inchiesta sono state indagate 14 persone, ma sembra che gli inquirenti stiano ancora finendo di passare la vaglio molte intercettazione che secondo alcuni, potrebbero portare a scoperchiare un vero e proprio vaso di Pandora.

Per quanto riguarda i reati contestati, si va dall’abuso d’ufficio, alla dichiarazione del falso fino addirittura a minacce aggravate dal metodo mafioso. 

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Messina, presunti brogli elettorali: le dichiarazioni di Taormina, avvocato del sindaco De Luca

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Tra le persone attualmente iscritte nel registro degli indagati vi sono alcuni politici molto noti in città, come ad esempio il parlamentare della Regione Sicilia Santo Catalfano e il consigliere comunale di Milazzo Lorenzo Italiano. L’inchiesta ha avuto inizio nel 2018, e getta molti dubbi sull’attuale regolarità della composizione dell’Assemblea Siciliana.

Tre giorni fa inoltre, gli inquirenti hanno anche interrogato il sindaco di Messina Cateno De Luca, che però ha in seguito dichiarato di non essere stato ascoltato a propositi dei presunti brogli del 2017, ma su una vicenda molto più specifica che riguarda la nomina di una persona nel Consiglio di Amministrazione dell’Amam, azienda idrica del territorio. 

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E lo stesso legale del sindaco, l’avvocato Carlo Taormina, ad aver precisato che al suo assistito viene contestata la scelta di non aver rispettato le quote rosa nella scelta dei componenti dell’Amam, anche se subito dopo il legale ha affermato che “l’opinione della procura di Messina è stata determinata dalla falsificazione di un atto pubblico”.

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