Tasse, verso l’aliquota zero di questi beni

Il governo pensa alla riforma del fisco coinvolgendo anche l’iva che potrebbe essere azzerata su alcuni beni di prima necessità

Iva, idea taglio (Adobe) – Consumatore.com

Il governo è alle prese con le riforme in parte necessarie su indicazione dell’Unione europea in parte frutto dell’indirizzo politico diverso dell’attuale governo rispetto alle recenti esperienze italiane. La riforma del fisco è richiesta dall’Unione europea che vede nell’Italia un sistema troppo esoso e troppo farraginoso.

Occorre diminuire la pressione fiscale e semplificvare l’imposizione generaler. Del resto anche il presidente degli industriali auspica una riforma complessiva e non solo riferita a singole imposte. Intanto il governo guarda all’Irpef e all‘iva. Quest’ultima è una novità in quanto l’Italia non molti anni fa ha dovuto incrementare l’aliquota massima dell’iva dal 20 per cento al 22 per cento.

Iva a zero per i prodotti alimentari

Iva, idea taglio (Adobe) – Consumatore.com

Infatti, per rilanciare alcuni settori commerciali e per favorire anche i redditi più bassi c’è l’idea di abbassare o azzerare l’iva su alcuni prodotti alimentari di prima necessità. Oggi le aliquote iva esistenti sono al 4, 5, 10, e 22 e variano in base alla tipologia del prodotto e del bene. L’iva è un imposta sul valore aggiunto che si applica a carico dei consumatori finali.

LEGGI ANCHE -> Bonus benzina, ecco fino a quando

Il sistema prevede, però, che a fare da esattore dell’imposta su ciò che si acquista è l’impresa che vende la merce all’acquirente di riferimento per poi rivalersi nel dare e avere verso lo Stato. Secondo le stime un azzeramento dell’iva su alcuni prodotti alimentari di prima necessità produrrebbe un risparmio medio annuo di 300 euro a famiglia.

LEGGI ANCHE -> IKEA, prodotto ritirato: “Potrebbe cadervi addosso

L’idea riguarda pane, pasta, latte. Si tratta di beni di prima necessità sui quali l’aliquota è, in realtà già ridotta. Infatti l’iva su pane, pasta e latte oltre ai biscotti è già al 4 per cento. Il tutto, però, deve essere poi valutato sentita l’Unione europea e, in particolare, la Commissione bilancio europea che ha competenze specifiche. Infatti, gli introiti iva sono fondamentali per finanziare gli stessi fondi erogati dall’Unione europea alle regioni die singoli Stati membri.

Impostazioni privacy