Divorzio, negare il mantenimento ai figli è reato?

Con una sentenza, il Tribunale di Latina chiarisce le condizioni che obbligano il genitore divorziato all’assegno per i figli. I dettagli

Divorzio, quando si nega il mantenimento ai figli
Divorzio (Foto Adobe)

La legge, pur mantenendo fermi i diritti inalienabili e alcune prerogative costituzionali, cambia insieme alle trasformazioni della società che la rispetta. Sia in termini penali, ma in primo luogo in termini civili: viene giustapposta una revisione dei diritti degli individui, di ciò che rappresentano, all’interno dell’organizzazione sociale. E ovviamente la misura base organizzativa è rappresentata dalla famiglia. 

Nella cultura odierna, i confini concettuali alla base di un nucleo familiare si sono fatti meno marcati, appaiono più evanescenti poiché i ruoli, con l’acquisizione di maggiori concessioni individuali, si sono fatti più ibridi. Privi di barriere invalicabili, insomma. Anche i diritti di natura previdenziali si sono adattati – per quanto la strada da percorrere non sia affatto breve – al sostegno di familiari non più necessariamente legati alla stregua di un matrimonio. 

Divorzio, le motivazioni per la cancellazione del mantenimento ai figli 

Divorzio, quando si nega il mantenimento ai figli
Mantenimento figli (Foto Adobe)

Molte misure di sostegno economico nei confronti delle famiglie tengono conto di un possibile contesto legato a genitori separati o divorziati. Un supporto rappresentato dall’erogazione di assegni mensili come lo è l’Assegno Unico e universale, pone al centro dell’aiuto il sostentamento dei soggetti più deboli: i figli. Allo stesso modo, come si sa, ogni fase di separazione e divorzio fra due coniugi, dà la precedenza alla questione del mantenimento dei figli a carico.

Come da legislazione, il coniuge economicamente autosufficiente ha l’obbligo di versare un assegno di mantenimento all’altro se la rottura del rapporto ha determinato la carenza di un reddito sufficiente, nonché ai figli a carico per tutte le spese relative agli alimenti e alle necessità. Ovviamente, i casi specifici non mancano di dettare le eccezioni, come nel caso della recente sentenza scritta dal giudice del Tribunale di Latina pochi giorni fa.

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Si parla dell’assoluzione di un padre 66enne di Fondi, iscritto otto anni fa come imputato con l’accusa di non aver pagato gli alimenti alla figlia a partire dal compimento dei trent’anni. La ragazza, proveniente da un contesto familiare difficile, ha denunciato il padre poiché era venuto meno agli obblighi di responsabilità del genitore, senza fornire i mezzi di sussistenza ed alimentari.

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Nel frattempo, sopraggiunta la morte della madre, è stata cresciuta dalla nonna, la quale ha contribuito con enormi sacrifici a farle conseguire tre lauree. Oggi, la figlia ha trentasette anni e, dopo aver ottenuto la condanna del padre ad un risarcimento di cinquemila euro per tutti i contributi non versati, oggi il Tribunale di Latina ribalta la prima sentenza, dichiarando che non è stato commesso alcun reato e di procedere alla chiusura del dibattimento con l’assoluzione dell’imputato.

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