Digitale terrestre, scomparsi altri canali: appello Governo

Nonostante il nuovo digitale terrestre abbia ufficialmente terminato le principali operazioni tecniche per liberare la banda dei 700 MHz destinata alla tecnologia del 5G i disservizi proseguono e c’è un nuovo appello direttamente al Governo

digitale terrestre non si vede
Digitale terrestre (foto Adobe)

Qualcosa continua a non funzionare come dovrebbe con la nuova TV digitale. Lo switch-off, il processo per cui le trasmissioni stanno passando al nuovo formato rimbalzando da nuovi ripetitori, ci sta dando canali in alta definizione ma anche diversi problemi.

E questi problemi sono ormai all’ordine del giorno e diffusi a macchia di leopardo Purtroppo su tutto il territorio nazionale. Per questo stanno aumentando gli appelli da più parti affinché si riesca a trovare una soluzione per non lasciare intere comunità di cittadini completamente al buio.

Digitale terrestre, nuovo appello per le zone montane

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Digitale terrestre (foto Pexels)

Sul nostro territorio nazionale siamo tutti consapevoli che esistono differenze anche nette tra zone ben collegate, dove quindi è possibile per esempio navigare utilizzando la fibra e il digitale terrestre funziona alla perfezione, e altre zone in cui invece c’è difficoltà anche solo a far funzionare lo smartphone per una telefonata. Questo l’incipit dell’appello fatto da Monica Ciaburro, deputato e segretaria della commissione agricoltura nonché responsabile nazionale del dipartimento montagna di Fratelli d’Italia.

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Ciaburro nella sua nota sottolinea come le aree interne particolare le zone montane stiano subendo a causa della rivoluzione del digitale terrestre tutta una serie di problemi e di disservizi con una preoccupante progressiva riduzione del numero dei canali disponibili. Ed è una realtà che stiamo registrando e raccontando da tempo. Quello che Ciaburro chiede è che il Governo stanzi delle risorse per far sì che anche nelle molte aree montane che rischiano il blackout della TV si possano effettuare lavori per permettere agli abitanti di queste aree interne di continuare a guardare i canali del digitale terrestre, per i quali, ricorda sempre la deputata, comunque pagano le tasse.

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Una rimostranza che ci ricorda anche il motivo per cui paghiamo il canone che chiamiamo impropriamente canone Rai: si tratta infatti di un tributo che serve a mantenere in salute tutta l’infrastruttura che permette la trasmissione di tutti i canali ed è legata solo in minima parte ai programmi che vanno in onda proprio sui canali della Rai. Con i disservizi del digitale terrestre che si stanno verificando ci sono effettivamente cittadini che pagano per una infrastruttura che poi però non possono utilizzare.

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