Cartelle esattoriali, la conferma: quando si possono non pagare

I tempi di notifica sono alla base della sentenza emessa dalla Corte di Cassazione che annulla alcuni crediti del Fisco. Ecco i dettagli

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Cartelle esattoriali (Foto Adobe)

Come è noto, le casse dello Stato sono afflitte da una dispersione finanziaria endemica, oggetto di un’annosa lotta – più o meno – senza quartiere, quale è l’evasione fiscale. Un cancro che prende forma da diversi sintomi espressi dalla società civile ma che essa stessa viene contaminata e schiacciata dalle sue stesse metastasi. Le conseguenze di questo doppio binario – di chi contribuisce con le proprie tasse e chi coscientemente non lo fa – si ritrovano sul piano delle criticità sociali, che finiscono per essere scarsamente affrontate con adeguati strumenti economici.

Negli anni, i meccanismi di evasione delle tasse si sono evoluti sempre di più e il Fisco ha intrapreso un inseguimento che talvolta sfocia nei gangli della finanza internazionale, dove le regole e i monitoraggi da parte dei singoli Stati si fanno via via più evanescenti. La cronaca ci presenta occasionalmente il profilo di un’imprenditoria dedita a ingegnosissime scorciatoie cucite camaleonticamente sulle novità della legislazione fiscale.

Cartelle esattoriali, ecco il caso che porta a non doverle pagare

Cartelle esattoriali
Cartelle esattoriali (Foto Pixabay)

Non è raro che lo Stato entri a patti con i soggetti che non hanno pagato il dovuto perché, giustamente, non si cela necessariamente un’intenzione fraudolenta o illecita dietro un eventuale atto elusivo delle tasse, bensì possono subentrare ragioni di difficoltà economiche  legate ad un particolare periodo di crisi generalizzata e trasversalmente diffusa tra le grandi e le piccole entità economiche e produttive del Paese.

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Ne sono un esempio la Rottamazione-ter e il “Saldo e stralcio” delle cartelle esattoriali inerenti i pagamenti delle pendenze relative agli anni 2020, 2021 e 2022. Superato il turno della prima tranche di saldo, persistono per coloro che si stanno rimettendo in carreggiata le agevolazioni che prevedono queste misure straordinarie, come la riduzione di alcuni importi e l’alleggerimento dato dal programma di rateizzazione.

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In talune circostanze, questi sforzi vengono accidentalmente annullati dai qui pro quo e dagli errori commessi dalle stesse istituzioni dell’Erario, le quali finiscono per non rientrare delle loro spettanze. I vizi di notifica sono tra i fattori che portano al sopraggiungere della prescrizione, come è accaduto nella recente sentenza della Corte di Cassazione verso un imprenditore umbro alle prese con una cartella esattoriale da 300mila euro per tasse non pagate, IVA non versata e sanzioni eluse. L’errata notifica nel tempo delle richieste esattoriali ha condotto Equitalia non solo a vedersi confermare la prescrizione dei crediti da parte dell’imprenditore ma anche la condanna a pagare le spese processuali e legali.

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