Tari, come funziona il calcolo per la tassa dei rifiuti?

L’importo della Tari, l’imposta municipale per la raccolta dei rifiuti urbani, è determinato da un calcolo fatto dalle amministrazioni comunali

Tari (Adobe)
Tari (Foto Adobe)

La Tari è la tassa comunale che si paga per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Come la gestione è affidata agli enti locali, allo stesso tempo lo è la riscossione del contributo dei cittadini per il servizio. E’ stata istituita nel 2014 ed è andata a sostitituire la precedente Tares. Deve essere pagata da tutti i cittadini che posseggano delle aree, o anche che siano in affitto. Sono compresi in questo elenco gli immobili a uso abitativo, commerciale, magazzini ed altro.

Fino al 2020 la Tari veniva pagata tramite l’F24 in un’unica soluzione ed un unico codice tributo. Dal 2021 invece, la quota che spetta alla città metropolitana ed alla provincia è separata. Di conseguenza lo sono anche i codici tributo.

Tari, come si calcola l’importo

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Tari (Foto Adobe)

Ovviamente questo è un conteggio che devono fare le amministrazioni locali. Da parte sua, il cittadino ha soltanto l’onere di pagare e rispettare le scadenze, pena more ed interessi sulla cifra finale. Ma è comunque interessante capire come viene determinato l’importo della Tari, che non è fisso, bensì variabile.

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Le voci che contribuiscono a creare la cifra in bolletta sono due: una quota fissa ed una variabile. Per le utenze domestiche si moltiplica la quota fissa per i metri quadrati dell’appartamento. La cifra va sommata alla quota variabile; il tutto va moltiplicato per il numero dei giorni di occupazione diviso 365. In sintesi la formula è: (QF x m² + QV) x giorni/365, dove QF è quota fissa, e QV quota variabile.

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Per gli esercizi commerciali la formula è leggermente differente. ((QF + QV) x m²) x giorni/365. Quindi anche la quota variabile viene moltiplicata per i metri quadri della superficie occupata. Di conseguenza l’importo sarà mediamente più alto rispetto alle utenze domestiche.

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