Microplastiche e industria tessile, il rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente

L’agenzia Europea dell’ambiente, Eea, ha da poco pubblicato una ricerca che riguarda il rapporto tra consumo di prodotti tessili in Europa e inquinamento da microplastiche. L’industria tessile è risultata essere una delle cause principali dell’inquinamento da microplastiche con una media di 35mila tonnellate di particelle le riversate ogni anno nelle acque del mondo

Microplastiche e tessuti (foto: Pexels)

A produrre la maggior quantità di microplastiche sono i materiali sintetici per i quali nel momento del lavaggio, si staccano letteralmente piccolissime particelle di tessuto plastico che poi finiscono indisturbate nei fiumi e nei mari. E per i tessuti sintetici il problema sembra non fermarsi al lavaggio perché ogni fase della produzione di un indumento in tessuto sintetico genera inquinamento e rifiuti.

E non va sicuramente meglio, questi dati dello studio, nel momento in cui questi indumenti arrivano nelle nostre case. Ogni volta che li mettiamo in lavatrice infatti continuiamo a sprigionare microparticelle dato che gli elettrodomestici non possiedono nessun tipo di filtro che possa raccoglierle e quindi evitare che si disperdano.

Tanto dipende non solo dalla qualità del tessuto, anche se tessuti di buona qualità sprigionano meno particelle, ma anche dal nostro modo di lavare gli indumenti. Detersivi molto aggressivi, i programmi utilizzati e la struttura stessa delle lavatrici contribuiscono a creare inquinamento. Dal rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente si stima che in Europa produciamo circa 13mila tonnellate di plastica all’anno che va a finire nel mare. Quale potrebbe essere la soluzione?

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Il problema delle microplastiche è una questione che sta mettendo a rischio la salute non solo degli ecosistemi ma anche la nostra. Particelle microscopiche di plastica che fluttuano in sospensione nell’acqua finiscono giocoforza inghiottite dai pesci e dagli altri organismi marini che poi, in un modo o nell’altro finiscono anche sulle nostre tavole. La moda e in particolare la moda a poco prezzo, la cosiddetta fast fashion, non fa bene. Non fa bene a chi la produce dato che per avere prezzi stracciati spesso è frutto di lavoro sottopagato e in condizioni di pericolo e non fa bene all’ambiente.

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