Crisi energetica: Greenpeace, Legambiente e WWF insieme per avanzare 10 proposte al Governo

Fondamentale l’incremento delle rinnovabili. Le proposte delle associazioni richiedono urgenti interventi governativi per eliminare la dipendenza italiana dal fossile

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Ashes Sitoula (unsplash)

La crisi energetica è al centro del dibattito politico e del dibattito pubblico. La causa scatenante è stata la guerra, ma un esaurimento delle scorte di energia da combustibili fossili era prevista da tempo. Da decenni – numerosi – si parla di una sostituzione del gas con le fonti rinnovabili, ma il nostro Paese non ha mai scommesso fino in fondo su questa risorsa. Se non fosse che la sostenibilità ambientale è uno dei punti centrali del PNRR, anche su richiesta europea di un adeguamento agli standard internazionali, forse l’energia verde sarebbe un progetto ancora più lontano.

Ed invece apprendiamo con piacere che la scorsa settimana sono stati sbloccati 6 parchi eolici. Ma occorre fare di più.

La storia degli ostacoli che le rinnovabili hanno incontrato in Italia è lunga, ma ora ci si trova di fronte ad un’emergenza, e come è consuetudine, di fronte alle emergenze si riassestano nuovi equilibri e si tenta una virata virtuosa – o almeno questo è l’auspicio. E della necessità di manovre rapide e radicali ne sono convinte anche Greenpeace Italia, WWF e Legambiente. Con un comunicato stampa le tre associazioni sintetizzano le richieste inviate al Governo, dove mettono sul piatto 10 proposte concrete per liberare l’Italia dalla dipendenza dal gas.

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Certo, come tutte le proposte organiche e serie è un progetto con obiettivi a medio termine, ma sono inserite anche scadenze precise a stretto giro, come quella di alimentare il dibattito pubblico sugli impianti a fonti rinnovabili al di sopra dei 10 MW di potenza installata entro giugno 2022. Ma in prima istanza richiedono nuovi impianti a fonti rinnovabili per 90 GW di nuova potenza installata, pari alla metà dei 180 GW in attesa di autorizzazione, da realizzare entro fine 2026“.

Oltre all’incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili le associazioni sottolineano la necessità di rendere più difficile il lavoro di estrazione del gas fossile perché “l’unica soluzione efficace che ci può permettere di affrontare questo problema in modo strutturale e senza lasciare indietro nessuno è la riduzione dei consumi di gas“.

Ed il Governo sembra non accorgersene molto, dato che “le soluzioni adottate finora o prospettate sono anacronistiche e in controtendenza con l’urgente lotta alla crisi climatica”. Le associazioni denunciano le manovre governative per uscire dalla crisi energetica perché sostanzialmente cercano di reperire gas in altri modi, anche aumentando le attività estrattive in Italia.

Ed invece la direzione dovrebbe essere contraria. E la indicano Greenpeace, Legambiente e WWF nelle 10 proposte che in sostanza si traducono con la richiesta di approvare con urgenza un decreto “sblocca rinnovabili”, dato che “oggi la guerra in Ucraina dovrebbe portare l’Esecutivo Draghi a varare subito un ben più necessario e fausto decreto per sostituire gli impianti a gas con 90 GW di nuovi impianti a fonti rinnovabili da autorizzare entro 12 mesi e da realizzare nei prossimi 5 anni”. Condividiamo appieno.

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