Mutui, tassi di interesse in aumento: come difendersi

Il trend del mercato inverte il senso della ripresa immobiliare dopo la crisi. Ma non tutti gli indici pesano sul mutuo

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Il generale crollo dell’economia italiana causato dalla pandemia da Covid-19 e la conseguente crisi hanno accentuato la percezione di una ripresa che sin dall’inizio di quest’anno è apparsa galoppante. Una ripresa che ha riguardato tanti ambiti del settore produttivo, non ultimo quello immobiliare.

È stata accolta come un’eccellente notizia ciò che sta riguardando la crescita nell’erogazione dei mutui, coinvolgendo, tra l’altro, fasce di consumatori fuori dalle considerazioni del mercato, costretto a cambiare positivamente opinione. Certo, alla fine dello scorso anno, il trend dettato appunto dal mercato non è stato propriamente positivo per coloro che sono alle prese col mutuo della casa.

Mutui, risparmiare è possibile nonostante i tassi

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Le vicissitudini all’orizzonte, con i rincari sull’energia, sono state anticipate dal progressivo rialzo dei tassi di interesse, iniziato nell’ultimo trimestre 2021 e gli andamenti del mercato registrano anche nel primo mese di quest’anno. I tassi fissi, punto di riferimento per quel 90% di contratti di erogazione del mutuo, hanno raggiunto, infatti, l’1,20% contro lo 0,76% del tasso variabile.

La causa riguarda in primis l’incalzante inflazione attivata dalla ripresa economica, che inciderà significativamente sul costo finale dell’acquisto di una casa ma che avrà le ripercussioni maggiori su coloro che hanno optato per il tasso variabile. Nonostante ciò, l’acquisto variabile costituisce la prima scelta, complice anche del successo registrato dal “mutuo giovani” tra gli under 36 che, con l’abbassamento dei tassi, ha visto crescere l’erogato medio a 125.000 euro nell’ultimo trimestre 2021.

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Un modo per difendersi dall’aumento dei tassi di quest’anno potrebbe essere rappresentato dalla surroga del mutuo. La misura, che dal 2008 permette di spostare il proprio mutuo da un istituto di credito all’altro al fine di rinegoziare le condizioni generali del contratto, non prevede innanzitutto alcun costo per il mutuatario, che non rischia nemmeno di vedersi applicare le penali di estinzione da parte della banca iniziale di erogazione. La sola spesa da sostenere concerne la tassa di iscrizione della surroga nei registri immobiliari.

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Per quanto riguarda la possibilità di risparmio sui tassi, l’occasione è data dalla surroga di un mutuo a tasso fisso con uno a tasso variabile: fissando un tetto massimo, gli interessi, dall’attuale 1-1,2% attualmente applicato, potrebbero scendere intono allo 0,70%. Ma questo deve dipendere dall’ammontare del debito residuo.

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