Energia nucleare, i francesi pronti per un presidente “no nuke”

La Germania sta avviando le procedure di spegnimento delle centrali mentre da noi si fantastica ancora sulla costruzione di questi impianti, con la scusa che tanto i cugini d’Oltralpe hanno l’energia nucleare. Ma a quanto pare anche loro sono pronti a cambiare

Foto Unsplash

Un sondaggio riportato anche dai colleghi di Green report, registra questo cambiamento nella mentalità dei francesi. Il sondaggio è stato condotto da IFOP su richiesta di Réseau “Sortir du nucléaire”, e il dato più eclatante è che quasi il 60% dei cittadini francesi si è detto pronto a votare un prossimo presidente che si impegni ad avviare una politica energetica che contempli l’abbandono dell’energia nucleare.

Probabilmente parte di questa percentuale di cittadini francesi che adesso dichiara di voler dire basta all’energia nucleare considerata pericolosa risulta anche da quelli che sono rimasti scontenti dal lavoro dell’attuale presidente Macron, che invece sembra volersi battere, e tra l’altro sembra essere riuscito nella sua battaglia, per inserire il nucleare nella tassonomia verde dell’Unione Europea.

In Francia siamo nel pieno della campagna elettorale ed è chiaro quindi che adesso tutti cerchino di raccogliere quanti più consensi possibile. Ma come fa notare anche Pauline di Nicolantonio, responsabile campagne di Réseau “Sortir du nucléaire”, se perfino l’autorità per la sicurezza nucleare ha iniziato a diffondere video su che cosa fare in caso di disastro è chiaro che le centrali nucleari francesi non sono quel modello di sicurezza assoluta che alcuni esponenti soprattutto di destra e centro-destra italiana vogliono farci credere per convincerci a fare “come fanno i francesi” quando pure i francesi vogliono fare “come hanno fatto gli italiani”.

Quello che deve far riflettere chiunque è che il sondaggio, per quanto lo si voglia definire di parte, segnala una situazione che non è assolutamente frutto di nessun disastro appena raccontato dai media. Chernobyl è ormai passato remoto e Fukushima si avvia ad esserlo, eppure aumenta di giorno in giorno il numero di persone che vogliono dire no al nucleare e no a un presidente che continui a mettere a repentaglio la salute a lungo termine dei cittadini solo per produrre energia.

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Intanto Macron continua a suonare la sua grancassa nucleare e raccontare di come arriveranno nuovi reattori, dimenticando forse che sono in ritardo di quasi un decennio. Prosegue di Nicolantonio “Lo Stato francese cerca in tutti i modi di indorare l’immagine di un settore attualmente in crisi finanziaria. Una crisi finanziaria alla quale il nucleare contribuisce moltissimo! Il sito di Flamanville fa esplodere tutti i budget e i ripetuti guasti ai fatiscenti reattori francesi portano a pesanti perdite (circa 1 milione al giorno per reattore spento)”.

“Ma invece di investire nella transizione ecologica, Emmanuel Macron e il suo governo sono pronti a sperperare soldi pubblici per la costruzione di nuove centrali…“. Forse dei candidati alle presidenziali quasi nessuno firmerà il Manifesto inviato da Réseau “Sortir du nucléaire” ma è evidente come anche in Francia, finora utilizzata come modello da tutti i filonucleari anche da noi, stia cambiando lentamente rotta.

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