Un nuovo studio USA ha scoperto microplastiche in tettarelle e biberon

660mila microplastiche e nanoplastiche. Questa la quantità stimata di plastica che un neonato nel primo anno di vita potrebbe aver ingerito, secondo i nuovi studi fatti sul rilascio di microplastiche da tettarelle, biberon e altri oggetti in plastiche dedicati ai più piccoli.

foto Abel Garcia Pexels

I risultati derivano da un nuovo metodo di analisi messo a punto da quello che è considerato uno degli scienziati più importanti riguardo proprio il campo delle Scienze Ambientali: Baoshan Xing, ricercatore presso la Stockbridge School of Agriculture della University of Massachusetts Amherst.

Xing, con un metodo rivoluzionario, è riuscito a scendere sotto il limite di diametro attualmente considerato il minimo per gli strumenti di analisi delle particelle di plastica. Con questo sistema rivoluzionario che sfrutta microscopia e spettroscopia ad infrarosso, l’esperto ha poi analizzato le tettarelle dei biberon e l’acqua residua dopo la pulizia e ha scoperto la presenza di moltissime particelle di plastica con una misura compresa tra 0,6 e 332 micrometri.

Dopo aver dimostrato la presenza di plastiche in forma di micro e nanoplastiche sia nelle piante sia addirittura nel nostro apparato gastrointestinale, la nuova ricerca di Xing getta una ulteriore sconcertante luce su quanto in realtà diffuso sia l’inquinamento da microplastiche che erroneamente, sempre ammesso che ci si prenda del tempo per riflettere sulla questione, riteniamo confinato ad alcuni ambienti e aspetti della nostra vita.

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Il metodo messo a punto da Xing smonta poi il mito del silicone finora ritenuto più sicuro perché inalterabile anche ad alte temperature e per questo utilizzato molto spesso soprattutto nei prodotti per bambini. Ma l’utilizzo frequente del vapore e quindi il riscaldamento del silicone provoca il rilascio di particelle di plastica nonché cambiamenti chimici sulla superficie della tettarella stessa.

La questione che ora il nuovo studio di Xing solleva riguarda i potenziali rischi per la salute derivanti dall’esposizione alle microplastiche e alle nanoplastiche derivate dagli elastomeri del silicone.

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