Conto Corrente e pensione, esiste un limite al pignoramento?

Esistono dei limiti al pignoramento del conto corrente? Vediamo il caso in cui sul conto pignorato ci viene accreditata la pensione

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Può capitare, che per i più disparati motivi, un cittadino si trovi il proprio conto corrente pignorato. La situazione per queste persone può essere ancora più complessa se sul conto corrente pignorato viene accreditata la pensione e la Naspi.

In questo caso la domanda che ci si pone è: si può bloccare l’intero importo del conto corrente fino al giorno dell’udienza? In questo mondo le persone coinvolte come fanno a vivere senza nessuna entrata?

Cerchiamo di capire insieme come rispondere a queste domande.

Conto Corrente, i limiti del pignoramento

Conto corrente
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La prima cosa da dire che le situazioni cambiano a seconda della tipologia di debito in relazione al quale è stato fatto il pignoramento. Detto questo, le somme percepite a titolo di pensione così come la Naspi possono essere pignorate purché sia rispettato il cosiddetto minimo vitale. Quindi deve essere garantito un minimo necessario per condurre un’esistenza dignitosa.

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Questo minimo corrisponde all’assegno sociale, aumentato della metà. Per l’anno ancora in corso l’assegno è di 460,28 euro per cui il minimo vitale della pensione è pari a 690,42 euro. I creditori possono, dunque, pignorare la pensione o la Naspi solo nella parte eventualmente eccedente i 690,42 euro e sempre nei limiti di 1/5. Facendo un esempio pratico, su una pensione di mille euro i creditori possono pignorarne 309,58.

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Se la Naspi o la pensione confluiscono sul conto corrente la situazione diventa più complessa. In questo caso il legislatore ha stabilito, all’art. 545, c. 8, cod. proc. civ., che le somme percepite a titolo di pensione o altra indennità possono essere pignorate, per l’importo eccedente il triplo dell’assegno sociale, quando l’accredito ha luogo in data anteriore al pignoramento; quando l’accredito ha luogo alla data del pignoramento o successivamente, le predette somme possono essere pignorate nei limiti di un quinto.

Dunque, occorre tenere distinte le somme accreditate prima della notifica del pignoramento da quelle successive. Fino alla data di udienza il conto corrente postale resta “bloccato” per legge e la banca o la posta non possono far compiere operazioni, in attesa dell’ordinanza di assegnazione emessa dal giudice, il quale stabilirà quale è effettivamente l’importo pignorabile.

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