Reddito di cittadinanza verso le modifiche: i punti di discussione

Il Governo discute sulle modifiche da apportare al reddito di cittadinanza. Sono vari i punti in cui c’è l’intenzione di intervenire

reddito di cittadinanza
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Il reddito di cittadinanza è stato confermato non con poche discussioni. Nei giorni scorsi una parte del Governo ha tentato di eliminare il programma di lotta alla povertà. Era in programma l’aumento, poi avvenuto, di 200 milioni di euro a fronte di maggiori domande previste a causa della pandemia. La Caritas ha diffuso i dati sulla povertà che ha raggiunto un altro milioni di italiani con l’arrivo della crisi legata al Covid-19. L’aumento è stato approvato con la promessa di rivedere alcune condizioni del reddito. Sono vari i punti che si intende cambiare. Intanto il reddito così com’è privilegia di più le famiglie con figli maggiorenni. Si cercherà di dare maggiore sostegno ai nuclei familiari dove persistono i minori.

Reddito, i punti allo studio del Governo

Indennizzi
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La parte politica più vicina alle ragioni del Nord del paese chiede poi che il reddito sia commisurato alle condizioni economiche del territorio territorio. In sostanza, percepire il reddito in Calabria non è come il caso della Lombardia, ad esempio. La questione maggiore è legata alle politiche attive per il lavoro. L’indiscutibile pecca del reddito di cittadinanza rimane la parte legata all’inserimento nel mondo del lavoro. Su questo punto è già in programma il rafforzamento dei centri per l’impiego. 

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Alcune regioni, come Campania e Puglia, hanno già indetto bandi di concorso per l’inserimento di nuove risorse nei centri che ad oggi, a prescindere dal reddito di cittadinanza, rappresentano un forte punto di debolezza della macchina pubblica.

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Infine, altro punto di discussione è quello dei controlli. Sono ancora troppi i percettori del reddito scovati nella condizione di illegittimità. Su questo punto c’è l’accordo di tutte le forze politiche così come il rafforzamento delle politiche attive per il lavoro. Resta il neo dei comuni che poco si sono prodigati per utilizzare i beneficiari del reddito per servizi dell’amministrazione.

 

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