Facebook ha chiesto agli utenti di segnalare gli account che istigano l’odio

Gli haters non troveranno più terreno fertile su Fb. L’azienda suggerisce agli utenti di indicare i profili estremisti in forma anonima

odio
(pixabay)

L’avvento dei social ha reso centrale la discussione sulla libertà d’espressione. Nello specifico, ad essere messo sotto esame è il confine tra libertà d’opinione e istigazione all’odio. In tutte le costituzioni democratiche ci sono riferimenti espliciti all’espressione libera del pensiero. Ma è giusto porre un limite, o si entra nel campo della censura?

Il web è la perfetta rappresentazione di tale quesito, in particolare i social network. Facebook, pioniere dei social, sta finalmente intraprendendo una politica di attenzione contro i profili estremisti che fomentano l’odio. La multinazionale è stata spesso accusata di complicità in azioni violente, come veicolo principale di diffusione dei messaggi d’odio. Non ultimo si ricorda l’assalto al Capitol Hill del 6 gennaio 2021, culminato in rivolta ed occupazione dell’edificio. Il consiglio di sorveglianza interno di Facebook ha spronato l’azienda ad indagare sulle responsabilità ed il ruolo che il social ha avuto nella vicenda.

Andy Stone, portavoce di Facebook, ha rilasciato un’intervista alla CNN per spiegare il new deal dell’azienda, sull’onda dell’inasprimento degli estremismi sui social. La multinazionale chiederà agli utenti di segnalare, in un apposito box virtuale, i profili ed i messaggi di istigazione all’odio ed al fondamentalismo. Questa iniziativa fa parte della “Redirect Initiative”, attraverso la quale Facebook si propone di aiutare gli utenti incastrati in gruppi estremisti. L’azienda suggerisce in tal caso i contatti dell’organizzazione Life after hate, associazione che lotta contro i messaggi d’odio in rete. Negli ultimi anni Facebook è stata spesso accusata di effettuare scarsi controlli sui profili, favorendo, anche se inconsapevolmente, l’organizzazione di associazioni estremiste.

Il portavoce di Facebook conclude:Questo test fa parte del nostro impegno per studiare vari modi con cui fornire supporto alle persone in difficoltà su Facebook, coinvolte o esposte a contenuti estremisti, o legate a qualcuno che è a rischio, stiamo collaborando con ong ed esperti accademici in questo campo e speriamo di avere maggiori opzioni da condividere in futuro”.

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