German Rukuki è libero, tre anni di detenzione in Burundi per aver difeso i diritti umani

Il 1° luglio 2021 Germain Rukuki è stato rilasciato in Burundi dopo 3 anni di detenzione. Era stato condannato a 32 anni di carcere

rukuki
(Twitter)

Il nuovo governo del Burundi, capeggiato da Ndayishimiye, sta operando una svolta democratica in tema di libertà d’opinione. La strategia di maggior rispetto nei confronti dei diritti umani si era già ravvisata lo scorso aprile, quando il presidente del Burundi aveva liberato il 40% dei detenuti nel paese.

Focus on Africa, in un comunicato stampa del 1° luglio 2021 riporta la tanto agognata notizia. I cancelli del carcere si sono aperti per Germain Rukuki, dopo oltre 3 anni di detenzione. Da ogni parte del mondo sono giunte richieste di rilascio per Rukuki. Amnesty International ha lanciato una petizione a suo favore in Francia, raccogliendo 44.500 firme. Lo scorso 22 giugno la Corte d’Appello ha ridotto la pena da 32 ad un anno. Dal 1° luglio Rukuki è libero.

Germain Rukuki è stato incarcerato nel 2018 con l’accusa di partecipazione ad un movimento insurrezionalista, “minaccia alla sicurezza dello stato”, “attacco all’autorità dello stato” e “ribellione”. Era stato condannato a 32 anni di detenzione. A dare la notizia dell’arresto sono stati il webjournal indipendente “iBurundi” e “SOS Médias Burundi”, un collettivo di giornalisti burundesi che da anni resistono alle intimidazioni e alla restrizione delle libertà di espressione.

Il web si è prontamente riempito di appelli in favore di Rukuki e di gesti di solidarietà. Nonostante ciò, il giovane burundese ha passato oltre tre anni in carcere per aver manifestato le proprie opinioni. La forma di governo burundese è la repubblica, ma come accade talvolta, l’aspetto istituzionale non garantisce necessariamente l’applicazione dei precetti fissati sulla carta. Basterebbe osservare la condizione di detenzione in cui si trova Patrick Zaki in Egitto per rendersene conto.

Nonostante i segnali di apertura del nuovo governo di Ndayishimiye, le associazioni per i diritti umani continuano a denunciare casi di violazione delle libertà fondamentali in Burundi. Il 28 giugno una ventina di persone sono state uccise da un gruppo armato ignoto. La polizia sta arrestando membri del partito di opposizione, il CNL.

Leggi anche: Il naufragio di Lampedusa attraverso le testimonianze dei bambini sopravvissuti

Leggi anche: Fake news sul maschicidio, D.I.Re chiede al Sole 24ore la rettifica di un articolo

A questo link il comunicato di Focus on Africa

Impostazioni privacy